Lavori ‘introvabili’: imprenditore cerca fornaio senza esperienza per 1.100 euro ma non trova nessuno

Lavoratori introvabili o retribuzioni troppo basse e dignità calpestate? Un'altra storia che fa pensare.
di
6 anni fa
1 minuto di lettura

Sta facendo discutere la storia di un imprenditore dell’Aretino, titolare di un panificio-pasticceria, alla ricerca da mesi di un fornaio, la cui paga mensile sarebbe di 1.100-1.200 euro al mese. Il protagonista della vicenda è Alessandro Canu, intervistato di recente dalla trasmissione Piazzapulita in onda su La7. L’imprenditore ha dichiarato che quelle poche persone presentatesi sono poi scappate nella notte o hanno mollato dopo pochi giorni. La motivazione era sempre la stessa: “Grazie per l’opportunità, ma è un lavoro che non fa per me”.

Non è la prima volta che storie simili hanno risalto mediatico e ci mettono di fronte ad alcune realtà amare.

Lavoro, giovani con poca voglia?

La questione affrontata da Piazzapulita ha avuto come tema principale il lavoro. Dalla vicenda dell’imprenditore Canu, che a fronte di uno stipendio da 1.100-1.200 euro al mese per un fornaio senza esperienza non riesce a trovare nessuno disposto a lavoratore per il suo panificio-pasticceria, la logica conseguenza sarebbe: il lavoro c’è, sono i giovani italiani a essere svogliati. Da un altro punto di vista però, bisognerebbe guardare anche l’altra faccia della medaglia: la retribuzione è adeguata al lavoro e all’orario richiesto? Il titolare del piccolo esercizio commerciale nell’Aretino ha affermato che “ci vorrebbero tanti psicologi”, senza dichiarare apertamente che ai giovani manca la voglia di lavorare.

Leggi anche: Retribuzioni orarie: i nuovi lavori sono sempre meno pagati, lo scenario in cifre

L’altra faccia della medaglia

Sono stati in tanti che hanno voluto esprimere la propria opinione sulla vicenda. La maggioranza dei commenti è stata contro l’imprenditore. Molti hanno scritto che 1.100-1.200 euro è una retribuzione inaccettabile, considerando che il fornaio è un lavoro da svolgere alla notte. La colpa, dunque, non sarebbe da attribuire alla scarsa voglia dei giovani, ma alle retribuzioni troppo basse assegnate a quest’ultimi. Chi ha ragione? L’imprenditore, il quale pone il problema di come non riesca a trovare nessuno (anche senza esperienza, lo sottolineiamo), oppure chi tra i giovani commenta che lo stipendio è troppo basso?

Verso il reddito di cittadinanza

A fronte delle difficoltà che spesso si incontrano nel mondo del lavoro, occorre una riflessione sul reddito di cittadinanza.

Quante offerte di lavoro saranno accettate da chi oggi è disoccupato? E se il caso del panificio-pasticceria dell’Aretino non fosse un fenomeno isolato ma diffuso nel territorio, cosa sarebbe del reddito di cittadinanza? Quale, eventualmente, sarà la risposta della politica dopo l’approvazione del decreto a metà gennaio? Domande che necessitano di una risposta, in molti casi già chiara.

Ti potrebbe interessare anche: Professioni del futuro: i lavori di successo su cui bisognerebbe investire

 

chiara.lanari@investireoggi.it

Lascia un commento

Your email address will not be published.

sul tema ECONOMIA

Articolo precedente

Come la crisi del Venezuela stravolgerebbe l’OPEC, cartello del petrolio a dura prova

Articolo seguente

Offerte Sky oggi 28 gennaio 2019: prosegue quella a 14,90 euro e le combinate con Dazn