In Italia aumentano anziani e pensionati, ma cala la spesa per assisterli

L’Italia invecchia rapidamente, ma la spesa per anziani destinata all’assistenza continua a diminuire, creando un grave squilibrio sociale
3 settimane fa
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anziani
Foto © Pixabay

L’Italia sta affrontando un mutamento demografico profondo e strutturale: la popolazione sta invecchiando rapidamente, ma la risposta del sistema di welfare sembra andare nella direzione opposta. A rivelarlo sono i dati contenuti nell’ultimo Rapporto annuale dell’Istat, che offre una fotografia dettagliata e allarmante della condizione della popolazione anziana nel Paese e delle politiche pubbliche a essa dedicate.

Nel 2025, gli over 65 rappresenteranno il 24,7% della popolazione totale italiana. In termini assoluti, ciò significa un incremento di circa 1,7 milioni di persone nell’arco di dieci anni. È un dato che, da solo, testimonia la portata della trasformazione in atto: un progressivo e inarrestabile invecchiamento della popolazione, con importanti implicazioni sociali, sanitarie ed economiche.

Tuttavia, a fronte di questa crescita, le politiche pubbliche non sembrano stare al passo. L’analisi della spesa per anziani, infatti, mostra una profonda disparità tra l’erogazione di trattamenti previdenziali e l’offerta di servizi assistenziali diretti. Se da un lato il sistema pensionistico continua a drenare una porzione consistente delle risorse statali, dall’altro le forme di assistenza concreta sembrano segnare il passo.

Anziani: la previdenza sociale domina il bilancio

Nel 2024 la spesa previdenziale per i pensionati in Italia ha raggiunto l’impressionante cifra di 400,4 miliardi di euro. Di questi, 336 miliardi sono stati destinati esclusivamente a pensioni e rendite, costituendo ben il 68,2% dell’intera spesa sociale nazionale. È evidente che la protezione del reddito in età avanzata continua a essere la priorità del welfare italiano, in linea con un sistema storicamente basato sulla previdenza contributiva.

Questa impostazione, tuttavia, appare sempre più anacronistica di fronte a bisogni che non sono solo economici ma anche sanitari, relazionali e logistici.

L’invecchiamento porta con sé un aumento della fragilità fisica e cognitiva, rendendo essenziale una rete capillare ed efficiente di servizi alla persona. Ma proprio su questo fronte si registrano i segnali più preoccupanti.

Servizi socio-assistenziali in declino

Nonostante la crescente necessità di sostegno diretto per una popolazione sempre più longeva, la spesa per anziani in termini di assistenza si è contratta. Nell’arco temporale che va dal 2012 al 2022, i fondi destinati ai servizi specifici per la terza età – come l’assistenza domiciliare, i centri diurni, le strutture residenziali e gli interventi di cura personalizzata – si sono ridotti del 14% in termini reali.

Questo significa che, in media, la spesa annua per ciascun anziano è scesa da 107 a 93 euro. Una cifra irrisoria se confrontata con il costo reale dell’assistenza, soprattutto considerando che molte famiglie si trovano a dover sostenere privatamente queste spese, con gravi ricadute sul bilancio domestico.

Ma il dato più eloquente è forse quello relativo al numero di anziani effettivamente seguiti dai servizi sociali. Nel 2012 erano 4,8 ogni 100; dieci anni dopo, sono scesi a 3,9 su 100. In altri termini, meno di un anziano su 25 riceve oggi un supporto pubblico strutturato e continuativo.

Le conseguenze sociali della sottoassistenza agli anziani

Questa disconnessione tra bisogni e risorse ha effetti che vanno ben oltre la semplice statistica dell’ISTAT.

La riduzione della spesa per anziani nei servizi assistenziali si traduce in un aumento del carico sulle famiglie, in particolare su figli e coniugi, spesso già impegnati nel mondo del lavoro e privi di competenze specifiche nella cura di persone fragili. Il rischio di isolamento sociale, ospedalizzazioni evitabili e declino della qualità della vita cresce esponenzialmente.

Inoltre, si ampliano le disuguaglianze territoriali: le regioni con un welfare più solido riescono a offrire livelli minimi di assistenza, mentre in altre aree del Paese l’assenza di interventi pubblici obbliga i cittadini a rivolgersi a servizi privati, accessibili solo a chi ha adeguate disponibilità economiche.

Un nodo politico e culturale

Il tema della spesa per anziani va dunque letto non solo come una questione contabile, ma come un indicatore della visione che il Paese ha del proprio futuro. L’orientamento della spesa pubblica riflette le priorità della politica, ma anche una certa miopia culturale rispetto al ruolo che gli anziani possono e devono avere nella società.

Oltre al sostegno economico, servirebbe una strategia nazionale per l’invecchiamento attivo, che favorisca la partecipazione degli over 65 alla vita sociale, culturale e civica, valorizzando le competenze e l’esperienza maturate in una vita di lavoro e impegno. Ma tutto ciò non può prescindere da un potenziamento dell’assistenza e della rete di protezione, affinché nessun anziano sia lasciato solo di fronte alla malattia o alla non autosufficienza.

La sfida della sostenibilità per gli anziani

Un investimento mirato nella spesa per anziani, orientato all’assistenza e alla prevenzione, potrebbe rivelarsi non solo un atto di giustizia sociale ma anche un’azione lungimirante in termini economici. Ridurre le ospedalizzazioni, limitare le emergenze sanitarie e sostenere le famiglie nella gestione quotidiana della cura può abbattere i costi indiretti del sistema sanitario e migliorare la qualità della vita.

Serve, però, un cambio di paradigma: considerare la spesa sociale non come un costo, ma come un investimento produttivo per la coesione, la salute e il benessere collettivo. In una società che invecchia, il futuro del Paese passa necessariamente da qui.

Riassumendo

  • La popolazione anziana cresce, ma l’assistenza pubblica non segue lo stesso ritmo.
  • La spesa previdenziale domina il welfare, ma manca l’investimento nei servizi assistenziali.
  • I fondi per l’assistenza agli anziani sono diminuiti del 14% in dieci anni.
  • Sempre meno anziani ricevono supporto dai servizi sociali pubblici.
  • Famiglie e territori affrontano disuguaglianze crescenti nell’accesso alla cura.
  • Investire nella spesa per anziani è cruciale per un futuro sostenibile.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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