Con l’avvicinarsi del 16 giugno, scadenza fissata per il versamento dell’acconto IMU 2025, milioni di contribuenti italiani si preparano ad adempiere a uno degli appuntamenti fiscali più rilevanti dell’anno. L’acconto IMU, infatti, coinvolge una vasta platea di immobili su tutto il territorio nazionale, con obblighi di pagamento che dipendono dalla tipologia di bene posseduto e dal suo utilizzo.
La scadenza del 16 giugno per l’IMU 2025: un obbligo per milioni di contribuenti
Il termine per versare la prima rata dell’Imposta Municipale Propria è fissato per il 16 giugno 2025. Si tratta dell’acconto, che rappresenta il primo step del pagamento annuale dell’IMU.
A dicembre, poi, si verserà il saldo, eventualmente conguagliando le somme in base agli aggiornamenti delle delibere comunali.
Secondo le stime, saranno circa 25 milioni gli immobili interessati da questo adempimento nel corso di questa settimana, tra cui rientrano numerose tipologie di proprietà immobiliari, escluse alcune specifiche categorie.
Esclusioni: le abitazioni principali e le relative pertinenze
Una delle eccezioni più significative riguarda le abitazioni principali. In particolare, sono escluse dal pagamento dell’acconto IMU 2025 le abitazioni principali, purché non siano classificate nelle categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9), insieme alle loro pertinenze. Questa esclusione rappresenta un’importante agevolazione per milioni di famiglie italiane, che non sono tenute a versare l’imposta per l’immobile in cui risiedono stabilmente.
Le pertinenze che possono godere della stessa esenzione devono rientrare in precise categorie catastali (C/2, C/6 e C/7) e devono essere in numero limitato (una per ciascuna categoria), altrimenti l’imposta sarà comunque dovuta per gli spazi eccedenti.
Acconto IMU 2025: chi è coinvolto
Il pagamento dell’acconto IMU 2025 riguarda principalmente gli immobili diversi dall’abitazione principale.
Le categorie di case interessate includono diverse categorie.
Seconde case non occupate
Si stima che siano circa 5,8 milioni gli immobili adibiti a seconde case, cioè abitazioni tenute a disposizione e non utilizzate come dimora abituale né affittate. Per questi immobili, l’IMU è sempre dovuta, anche se non producono reddito diretto.
Immobili locati
Gli immobili concessi in locazione costituiscono un’altra importante fetta del totale: sono circa 3,6 milioni le unità date in affitto. Nonostante producano reddito imponibile, i proprietari sono tenuti al pagamento dell’IMU, che in questi casi può essere modulata dai Comuni con aliquote differenti rispetto a quelle standard.
Immobili in comodato d’uso gratuito
Un’altra categoria rilevante è quella degli immobili concessi in comodato d’uso gratuito a parenti di primo grado, spesso figli o genitori. Sono poco più di 700mila le abitazioni interessate da questa situazione. In alcuni casi, le normative consentono agevolazioni sul pagamento, come riduzioni dell’aliquota, ma l’IMU rimane comunque dovuta, salvo precise condizioni anagrafiche e reddituali. Previsto lo sconto IMU 50% per gli immobili in comodato.
Immobili strumentali e commerciali
L’acconto IMU 2025 interessa anche il vasto comparto degli immobili non residenziali. Tra questi si includono:
- Locali commerciali come negozi e botteghe;
- Uffici e studi professionali, tipicamente inseriti nella categoria catastale A/10;
- Capannoni e immobili industriali, presenti soprattutto nelle zone produttive.
Queste tipologie immobiliari costituiscono una parte rilevante del gettito IMU complessivo, spesso soggette ad aliquote più elevate rispetto agli immobili residenziali.
Calcolo dell’acconto IMU: aliquote e delibere comunali
L’importo dell’acconto IMU 2025 si calcola generalmente utilizzando le aliquote previste per l’anno precedente, salvo diversa delibera già pubblicata dal Comune di riferimento. In assenza di nuove delibere, si assume come riferimento il dato più recente disponibile. L’acconto equivale di norma alla metà dell’imposta annuale calcolata sulla base imponibile, che dipende dal valore catastale dell’immobile rivalutato.
Ogni Comune ha facoltà di stabilire le proprie aliquote IMU, nel rispetto dei limiti fissati a livello nazionale, differenziando i valori in base alla destinazione d’uso e ad altri parametri rilevanti.
Sanzioni per ritardato pagamento
Chi omette o ritarda il versamento dell’acconto IMU 2025 è soggetto a sanzioni e interessi. Tuttavia, è possibile regolarizzare la posizione attraverso il ravvedimento operoso, che consente di sanare l’irregolarità versando l’imposta dovuta con una sanzione ridotta proporzionale al ritardo.
Conviene comunque non attendere l’ultimo momento per effettuare il pagamento. Ciò sia per evitare disguidi operativi, sia per non incorrere in costi aggiuntivi.
Riassumendo
- Il 16 giugno è la scadenza per versare l’acconto IMU 2025.
- Sono esclusi gli immobili adibiti ad abitazione principale e relative pertinenze.
- L’imposta riguarda seconde case, immobili in affitto, in comodato e strumentali.
- Il calcolo si basa sulle aliquote comunali, di solito quelle dell’anno precedente.
- Il versamento si effettua con modello F24 o bollettino postale.
- Chi paga in ritardo può usare il ravvedimento operoso per evitare sanzioni elevate.