Il calcolo della pensione, ecco i 3 sistemi che si usano

Come cambia il calcolo della pensione in base ai tre metodi utilizzati che si applicano in maniera variabile da lavoratore a lavoratore.
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4 settimane fa
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calcolo pensione
Foto © Pixabay

Invece una delle questioni più complesse da comprendere quando si parla di pensioni riguarda proprio le regole di calcolo. Molti nostri lettori ci scrivono per chiedere chiarimenti su come sarà calcolata la loro pensione e su quale impatto abbiano determinati periodi lavorativi sull’importo della prestazione futura.

Le regole seguite dall’INPS per il calcolo della pensione sono numerose e variabili in base alla situazione individuale del contribuente.

Va detto, infatti, che le pensioni vengono calcolate con criteri diversi da persona a persona, in funzione della tipologia di carriera lavorativa e contributiva svolta. Questo porta molti lavoratori a non conoscere nel dettaglio né l’importo spettante, né da dove derivi.

Il calcolo della pensione: ecco i 3 sistemi che si usano

La prima distinzione fondamentale è tra:

  • chi ha iniziato a lavorare prima del 1996;
  • chi ha cominciato dopo;
  • e chi ha avuto una carriera iniziata prima e proseguita dopo tale data.

Chi ha iniziato e terminato la carriera prima del 1° gennaio 1996 rientra nel cosiddetto sistema retributivo: la sua pensione viene calcolata interamente con questo metodo.

Invece chi ha iniziato a lavorare solo dopo il 31 dicembre 1995 è considerato un contributivo puro, con pensione calcolata interamente con il sistema contributivo.

Chi ha iniziato prima del 1996 e ha proseguito oltre, rientra invece nel sistema misto, cioè con calcolo effettuato in parte con il retributivo e in parte con il contributivo.

I retributivi vengono anche definiti “vecchi iscritti”, mentre i contributivi sono detti “nuovi iscritti”. Tutto nasce dalla riforma Dini del 1996, che introdusse il metodo contributivo nel nostro sistema previdenziale.

Il sistema retributivo: ecco come sono calcolate le pensioni

Come suggerisce il nome, il metodo retributivo si basa sulle retribuzioni percepite dal lavoratore.

L’importo della pensione è calcolato in funzione degli stipendi, in particolare di quelli degli ultimi 5 o 10 anni di carriera.

Il calcolo avviene sommando diverse quote, ciascuna riferita a specifici periodi di anzianità:

Quota A: riguarda i periodi fino al 31/12/1992

  • per i dipendenti: media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni
  • per gli autonomi: media degli ultimi 10 anni di reddito
  • per gli statali: ultima retribuzione annuale percepita

Quota B: copre le anzianità maturate dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 1995 (oppure fino al 31 dicembre 2011 per alcuni lavoratori)

  • per i dipendenti: media degli ultimi 10 anni di stipendio
  • per gli autonomi: media degli ultimi 15 anni

Le retribuzioni sono rivalutate in base al tasso di inflazione:

  • per la Quota A: rivalutazione pari al tasso di inflazione
  • per la Quota B: inflazione aumentata di un punto percentuale per ogni anno

Pensioni con il metodo contributivo: ecco le regole di calcolo

Il sistema contributivo è considerato più trasparente e lineare: la pensione è calcolata sulla base dei contributi effettivamente versati nel corso della carriera.

I versamenti confluiscono nel cosiddetto montante contributivo, una sorta di “contenitore” individuale rivalutato annualmente in base all’andamento dell’economia e dell’inflazione.

Alla fine della carriera, il montante è moltiplicato per un coefficiente di trasformazione, che varia in base all’età del pensionamento: più alta è l’età, maggiore è il coefficiente, e quindi anche la pensione.

Il contributivo è più sostenibile per le casse dello Stato, ma generalmente comporta una pensione più bassa rispetto al retributivo. Proprio per questo, con la riforma Fornero, il sistema retributivo è stato abolito a partire dal 1° gennaio 2012.

Tuttavia, in presenza di diritti maturati prima di tale data, il retributivo continua ad essere parzialmente applicato nei calcoli, nel caso dei lavoratori che rientrano nel sistema misto.

Un sistema misto variabile da caso a caso

Il sistema misto combina entrambi i metodi di calcolo, e riguarda i lavoratori che hanno iniziato la carriera prima del 1996 e proseguito successivamente.

Tutto dipende dal numero di anni di contributi versati al 31 dicembre 1995.

Se il lavoratore ha meno di 18 anni di versamenti a quella data, la pensione è calcolata:

  • con il retributivo fino al 31 dicembre 1995
  • con il contributivo per gli anni successivi

Se, invece, al 31 dicembre 1995 ha almeno 18 anni di contributi, il calcolo retributivo si estende fino al 31 dicembre 2011, mentre dal 2012 in poi si applica il contributivo.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

1 Comment

  1. Salve volevo sapere i contributi figurativi nasp sono utili per i 35 assieme ai contributi effettivi grazie

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