Non siamo più abituati a leggere che un provvedimento al Congresso americano è stato approvato a larga maggioranza, cioè in modalità bipartisan o quasi. Malgrado le tensioni di questa fase storica, però, è successo lunedì scorso con il Genius Act al Senato. Presentato dai repubblicani, è stato votato anche da 16 democratici dell’opposizione. Tra questi importanti esponenti come Adam Schiff e Cory Booker. Resta la ferma opposizione di Elisabeth Warren, che incarna l’ala più liberal della sinistra USA. Si tratta di un importante provvedimento sulle “stablecoin”. Superata la soglia dei 60 senatori, viene meno l’ostruzionismo che avrebbe potuto impantanare la proposta. Bitcoin ne ha subito tratto vantaggio, segnando un nuovo record storico a 11.800 dollari.
Genius Act offre sostegno alle crypto
Il precedente massimo risaliva a gennaio ed era di circa 108.000 dollari. Pensate che solamente a metà aprile, travolto dall’annuncio dei dazi, Bitcoin era sprofondato a 75.000 dollari. Da allora è risalito di circa il 50%. Vediamo cosa prevede di preciso il Genius Act. Come detto, esso riguarda le stablecoin, criptovalute garantite da altri asset come dollaro o oro. Non a caso il presidente Donald Trump ha commentato soddisfatto l’approvazione, sostenendo che porterà “afflussi immediati in favore dei Treasury” e rafforzerà lo status del dollaro.
Stablecoin, regolamentazione in pillole
Il Genius Act obbliga gli emittenti di stablecoin di mantenere le riserve ad un rapporto di 1:1. E nel caso di bancarotta, i detentori saranno privilegiati rispetto a tutti gli altri creditori. Allo stesso tempo, tali soggetti saranno almeno in parte sottoposti ai controlli dell’anti-riciclaggio e dell’anti-terrorismo. L’idea sarebbe di sdoganare definitivamente questi asset come metodo di pagamento alternativo alle monete fiat. E’ stato calcolato che nel 2024 siano stati realizzati scambi di stablecoin per 28.000 miliardi, più delle transazioni MasterCard e Visa messe insieme.
Non mancano i timori tra chi crede che lo sdoganamento ufficiale delle stablecoin possa affievolire il ruolo del dollaro come valuta di riserva mondiale, erigendola ad asset alternativo. La scommessa dei sostenitori come Trump è proprio di renderle una sorta di dollaro digitale per mantenere il predominio globale. Il Genius Act servirebbe a tale fine, sarebbe un modo per creare quella cornice legislativa all’interno della quale il mercato avrebbe certezze su come muoversi. In assenza di simili normative in altri grandi economie, gli USA trarranno un enorme vantaggio.
Detrattori puntano il dito contro Trump
I detrattori come Warren restano preoccupati del fatto che Trump e i suoi familiari possano trarre beneficio impropriamente dalla regolamentazione. Essi hanno lanciato di recente tramite la società World Liberty Financial la stablecoin USD1, garantita da depositi in dollari e Treasury. Il fondo d’investimento di Abu Dhabi MGX si è impegnato ad impiegare nel progetto 2 miliardi, in un certo senso facendo temere che queste operazioni possano costituire moneta di scambio per ottenere favori dal governo americano, tra cui sui dazi.
Tralasciando le polemiche, dopo il via libera al Senato del Genius Act, Bitcoin sembra destinato a segnare ulteriori record.
Il clima di avversione al rischio ne aveva depresso le quotazioni nelle passate settimane. Il declassamento del rating USA da parte di Moody’s si configura come un evento positivo per esse, segnalando al mercato l’esistenza di un asset alternativo ai titoli del debito americano e non manovrabile da alcun governo.
Genius Act sdogana business trilionario
I fautori del Genius Act credono che le stablecoin, in particolare, potranno diventare business integrante delle banche tradizionali. E Jamie Dimon, CEO di JP Morgan, notoriamente un critico delle crypto, ha dichiarato che l’istituto da lui guidato consentirà ai clienti di acquistare valute digitali. Le resistenze all’innovazione stanno venendo meno negli ultimi tempi, dato che la stessa finanza tradizionale vuole mettere le mani su un business da oltre 3.000 miliardi di dollari. Esiste, piaccia o meno e ignorarlo non conviene a nessuno.
giuseppe.timpone@investireoggi.it