I fondi pensione integrativi stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante. È ormai chiaro che l’orientamento dei legislatori in materia previdenziale va in una direzione precisa: integrare previdenza obbligatoria e previdenza complementare per raggiungere due obiettivi strategici. Da un lato facilitare l’accesso ai pensionamenti anticipati, dall’altro garantire pensioni più elevate in futuro.
Previdenza, però, significa anche “pensarci per tempo”: la pensione va pianificata con gli strumenti adeguati e, se le prestazioni INPS non bastano, puntare sulla previdenza integrativa diventa quasi inevitabile. E farlo fin dalla nascita può diventare un vantaggio enorme.
Ecco perché nella manovra compaiono due emendamenti dedicati ai fondi pensione: due proposte che parlano di un fondo pensione automatico, con un costo per le famiglie di soli 100 euro l’anno, e con un contributo aggiuntivo da parte dello Stato.
Novità rivolte ai bambini appena nati.
Fondo pensione automatico, bastano 100 euro all’anno: due diverse vie per la pensione futura
Quali sono i problemi principali che, secondo gli analisti, peseranno sulle pensioni future degli italiani? Le criticità sono due e ben note:
- requisiti sempre più alti, con pensioni sempre più lontane nel tempo;
- importi troppo bassi, soprattutto per carriere discontinue.
Da qui la soluzione: intervenire dalle origini, costruendo una pensione integrativa già dall’infanzia.
La proposta arriva da Azione, il partito guidato da Carlo Calenda, e trova una sponda in una proposta simile avanzata dalla maggioranza di governo. Due idee simili, ma diverse per costi e struttura, entrambe già approvate nelle Commissioni parlamentari e ora dirette al dibattito in Aula.
L’idea comune è semplice: entro i primi 3 mesi di vita del bambino, i genitori potranno attivare un fondo pensione complementare automatico, con un versamento minimo di 100 euro all’anno.
Pensione integrativa fin da piccoli: ecco in cosa si differenziano le due proposte
Una pensione integrativa pensata fin dalla nascita, grazie all’apertura di un fondo a nome del minore. La proposta di Fratelli d’Italia prevede che il fondo possa essere aperto non solo dai genitori, ma anche da parenti fino al terzo grado. Con un versamento annuo di 100 euro, l’INPS aggiungerebbe 50 euro l’anno.
Il fondo resta comunque flessibile: si possono effettuare versamenti liberi e, al compimento dei 18 anni, il giovane potrà:
- continuare il fondo per costruire la rendita futura;
- mantenerlo senza versamenti;
- oppure chiuderlo e prelevare quanto versato e maturato.
Una sorta di salvadanaio previdenziale, utile sia per la pensione sia per eventuali esigenze della vita adulta.
Diversa invece la proposta di Azione, molto più costosa per lo Stato. L’emendamento di FdI avrebbe un costo di circa 18 milioni di euro all’anno, mentre la proposta di Azione salirebbe a 250 milioni (500 milioni il primo anno, poi ridotti a regime).
Nel dettaglio, Azione propone:
-
300 euro dall’INPS entro i primi 12 mesi di vita del bambino;
-
200 euro all’anno per i 3 anni successivi;
-
contributo volontario di 100 euro all’anno da parte della famiglia.