Attenzione a tutti coloro che affittano una casa vacanza attraverso portali come Booking o Airbnb: la tassa sugli affitti brevi va pagata anche se l’affitto viene incassato direttamente e non passa dal portale.

Le imposte sull’affitto, pari al 21%, infatti, che non possono essere effettuate alla fonte o dall’intermediario, vanno versate in ogni caso, anche qualora il contratto abbia una durata inferiore ai 30 giorni.

Molti, infatti, erroneamente, credono che, non essendoci una ritenuta né una registrazione del contratto, l’Agenzia delle Entrata non possa venire a conoscenza dei compensi incassati ma non è così: gli intermediari, infatti, sono tenuti a comunicare all’Agenzia delle Entrate tutti i dati relativi agli affitti stipulati per loro tramite, anche se i pagamenti sono stati diretti al proprietario dell’immobile.

A chiarire la situazione è stata la stessa Agenzia delle Entrate con un provvedimento attuativo, il numero 132395 del 2017.

Tassa Airbnb: cosa è e come si versa

Anche per gli affitti di durata inferiore ai 30 giorni esiste una tassazione obbligatoria pari al 21%, anche se non sussiste l’obbligo di registrazione del contratto. A prescindere, quindi, dal fatto che le ritenute siano effettuate dall’intermediario o meno, quest’ultimo è obbligato ad inviare all’Agenzia delle Entrate una comunicazione che contenga i dati di tutti gli affitti che si sono conclusi per suo tramite. L’intermediario comunica, nello specifico, all’Agenzia delle Entrate nome, cognome e codice fiscale del locatore durata del contratto, indirizzo dell’immobile e importo e corrispettivo lordo.