Il reddito di cittadinanza è costato circa 6 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2022. Lo si evince dall’ultimo comunicato dell’osservatorio dell’INPS sul reddito e la pensione di cittadinanza.

Un costo altissimo, anche se va considerato che l’assegno medio è davvero modesto: 551 euro per 1,16 milioni di nuclei beneficiari.

Insomma, cifre significative in entrambi i sensi. A questo punto ci si chiede se non sia corretta la proposta di Fratelli d’Italia (ma in realtà di tutto il centro destra) di aumentare il beneficio soltanto ai nuclei bisognosi ed escludere i giovani che potrebbero lavorare.

In questo caso, secondo fonti interne del partito, si potrebbe risparmiare circa la metà dei soldi spesi per questa misura.

Reddito di cittadina, quanto costa e quanto vale l’assegno?

Secondo quanto si legge nell’ultimo osservatorio sul reddito di cittadinanza dell’INPS, nel mese di ottobre 2022, “i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza e Pensione di Cittadinanza sono stati 1,16 milioni in totale, con 2,45 milioni di persone coinvolte. L’importo medio erogato a livello nazionale è di 551 euro. Lo stesso oscilla da un minimo di 454 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 736 euro per le famiglie con cinque componenti”.

La platea dei percettori di reddito di cittadinanza e di pensione di cittadinanza è composta da:

  • 2,16 milioni di cittadini italiani;
  • 208 mila cittadini extra-comunitari;
  • 84 mila cittadini europei.

Costi alti e assegno troppo basso, così la proposta di Giorgia Meloni ha senso

Il reddito di cittadinanza, come ormai sappiamo, potrebbe avere le ore contate, almeno per come lo conosciamo adesso.

Nei piani della Meloni c’è il superamento del reddito di cittadina con un altro strumento di welfare: il reddito di solidarietà. Quest’ultimo consiste in un sussidio solamente a favore dei fragili: anziani senza un lavoro e famiglie con minori o disabili a carico.

Secondo quanto dichiarato da diversi esponenti di fratelli d’Italia: giovani e furbetti che non ne avrebbero diritto rappresenterebbero circa la metà degli attuali percettori del reddito di cittadinanza.

Il reddito di solidarietà, dunque, consentirebbe di alzare l’assegno medio per i “fragili” e, allo stesso tempo, permetterebbe un notevole risparmio per le casse dello stato. Soldi che potrebbero essere utilizzati per finanziare importanti riforme, come, ad esempio, la cosiddetta “Quota 41” voluta da Matteo Salvini e tanto altro ancora. Ovviamente, allo stato attuale, si tratta di semplici ipotesi. Per avere maggiori certezze bisognerà aspettare ancora qualche settimana, quando il governo si dovrà occupare della nuova Legge di Bilancio.