La legge di Bilancio 2017 ha introdotto una disciplina per la pensione anticipata dei lavoratori precoci: la possibilità di accedere alla pensione con tempi più rapidi rispetto ai requisiti vigenti.

L’anzianità contributiva richiesta dal 1 maggio 2017 sarà di un anno e 10 mesi in meno per gli uomini e 10 mesi in meno per le donne: si potrà accedere alla pensione anticipata con la quota 41, ovvero con 41 anni di contributi (2132 settimane contributive) indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni sull’importo della pensione.

La quota 41, però, non sarà aperta a tutti i lavoratori precoci che possono vantare 41 anni di contributi e almeno 12 mesi di contributi effettvi versati prima del compimento dei 19 anni di età, ma soltanto a coloro che rientrano in specifiche categorie di lavoratori precoci.

Potranno fruire del beneficio tutti i lavoratori dipendenti sia del pubblico impiego che del settore privato in possesso, al 31 dicembre 1995, di almeno 12 mesi di contribuzione effettiva versati prima del compimento dei 19 anni di età versata in costanza di rapporti di lavoro (esclusi quindi i contributi relativi all’anno di leva).

I lavoratori che potranno accedere alla quota 41, poi, dovranno rispondere anche ad un’altra condizione essenziale per poter fruire della quota 41: dovranno riconoscersi in uno dei profili di tutela fissati, appunto dalla stessa legge di Bilancio. Il beneficio è rivolto a:

  • lavoratori che si trovino in stato di disoccupazione a seguito di cessazione di rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale in ambito di conciliazione obbligatoria, che hanno esaurito la prestazione di disoccupazione a loro spettante da almeno 3 mesi
  • lavoratori dipendenti o autonomi che assistono coniuge o parente di primo grado convivente con handicap almeno da sei mesi al momento della richiesta
  • lavoratori dipendenti o autonomi con ridotta capacità lavorativa superiore o uguale al 74%
  • lavoratori dipendenti compresi nelle professioni individuate come gravose da almeno 6 anni in via continuativa o che svolgano mansioni usuranti o lavoro notturno.

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