Il reddito di cittadinanza serve anche al nord, ecco perché.

Il reddito di cittadinanza è sicuramente uno dei temi più dibattuti in questa campagna elettorale. Il 25 settembre si terranno le prossime elezioni e sapremo quale sarà il destino di questa misura. Molti partiti, di destra e di sinistra, vorrebbero cancellarlo del tutto o comunque apportare delle modifiche che vadano in senso restrittivo. Lega e Azione, ad esempio, vorrebbero introdurre la decadenza dal sussidio alla prima proposta di lavoro rifiutata. La Meloni lo vorrebbe sostituire con il reddito di solidarietà: un sussidio a favore dei non occupati di età superiore a 60 anni, delle famiglie con minori o persone con disabilità.

Nessun contributo, invece, per i giovani in piena forza lavorativa.

Dall’altro lato i grillini sembrerebbero molto compatti nel rilanciare questa misura.

Chiara Appendino (M5S), ex sindaco di Torino, ha recentemente parlato proprio del reddito di cittadinanza, ritenendolo un importante strumento di lotta alla povertà, utile al sud quanto al nord. In effetti, anche al nord il numero dei percettori del reddito di cittadinanza non è poi così basso.

Il reddito di cittadinanza serve anche al nord

Chiara Appendino, intervistata in questi giorni a “l’aria che tira” su la 7, ha dichiarato che l’idea che il reddito di cittadinanza serva soltanto al sud è falsa. “Bisogna sfatare questo mito, ha detto l’Appendino, “la misura serve anche al nord e lo dimostra l’alto numero di percettori presenti in queste regioni”. Durante l’emergenza covid, ha continuato, “molti imprenditori del nord, che hanno sempre lavorato e che si sono ritrovati in povertà dall’oggi al domani, hanno utilizzato il sussidio per un periodo limitato”. In questo caso, dunque, il reddito di cittadinanza è stato un ammortizzatore sociale tempestivo ed efficace.

In effetti, dall’ultimo “osservatorio sul reddito di cittadinanza” dell’INPS, relativo al mese di luglio, nei primi sette mesi del 2022, i nuclei beneficiari di almeno una mensilità di Reddito di Cittadinanza sono stati 1,61 milioni, per un totale di 3,52 milioni di persone coinvolte.

La distribuzione per aree geografiche relativa vede:

  • 443 mila persone beneficiarie al Nord;
  • 340 mila al Centro;
  • oltre 1,7 milioni nell’area Sud e Isole.

L’importo medio del sussidio è davvero esiguo, pari a 551 euro a livello nazionale. Per i nuclei con presenza di minori, l’importo medio mensile è di 682 euro, e va da un minimo di 590 euro per i nuclei composti da due persone a 742 euro per quelli composti da cinque persone. Per i nuclei con presenza di disabili, l’importo medio è di quasi 490 euro, con un minimo di 382 euro per i nuclei composti da una sola persona a 702 euro per quelli composti da cinque persone.