Davvero l’Europa non vuole l’abolizione del reddito di cittadinanza in Italia?

Con tutta probabilità, Giorgia Meloni sarà presto chiamata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a formare un nuovo governo.

Nei piani della Meloni, ma in realtà di tutto il centro destra, c’è il superamento del reddito di cittadinanza, almeno per i giovani in piena età lavorativa. Il motivo? tale strumento (secondo i suoi detrattori) scoraggerebbe l’incontro tra la domanda e offerta di lavoro.

La Meloni ha più volte dichiarato di essere contraria ai bonus e al reddito di cittadinanza.

Insomma, a breve, la misura tanto cara ai grillini sarà soltanto un vecchio ricordo, almeno per come lo conosciamo adesso.

Ad ogni modo, è notizia degli ultimi giorni che la commissione europea avrebbe raccomandato agli stati membri, e quindi anche all’Italia, di non abolire il reddito di cittadinanza o simili strumenti e anzi di rafforzarli ed estenderli a più cittadini in difficoltà economica. Una dichiarazione che di certo non sta andando giù ai tanti elettori di centro destra. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Reddito di cittadinanza, perché l’Europa è contro la sua cancellazione?

La Commissione Europea ha appena lanciato un monito a tutti gli stati membri (Italia compresa).

Il reddito di cittadina o strumenti simili non solo non devono essere aboliti, ma anzi andrebbero anche rafforzati ed estesi a più cittadini in difficoltà economica.

Si tratta di uno strumento, ha spiegato la Commissione Europea, che ha “un ruolo chiave durante le recessioni economiche”.

In particolare, “Un reddito minimo adeguato è estremamente rilevante nell’attuale contesto di aumento dei prezzi dell’energia e dell’inflazione in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, poiché le misure di reddito possono essere mirate a favorire in modo specifico i gruppi vulnerabili. In un momento in cui molte persone lottano per sbarcare il lunario, quest’autunno sarà importante che gli Stati membri modernizzino i propri ammortizzatori sociali con un approccio di inclusione attiva per aiutare i più bisognosi.

È così che possiamo combattere la povertà e l’esclusione sociale e aiutare più persone a trovare lavoro durante questo periodo difficile”.

Bruxelles ha poi raccomandato di migliorare le misure che facilitano l’ingresso nel mondo del lavoro. Ad esempio comminando la fruizione del sussidio con i lavori di breve durata.

Ad ogni modo, diciamo fin da subito che non si tratta di un avveramento diretto all’Italia. La stessa Meloni ha più volte ribadito che vorrebbe sostituire il Reddito di cittadinanza con un altro strumento di welfare: il reddito di solidarietà. Si tratta di un sussidio a favore solamente dei non occupati di età superiore a 60 anni, nonché alle famiglie con minori o persone con disabilità. Niente beneficio, dunque, ai giovani senza un lavoro.