Le donne in stato di gravidanza possono godere del diritto, concesso loro dalla legge, di eseguire alcune prestazioni specialistiche gratuitamente e senza pagare il ticket. Tale esenzione si applica a tutti quegli esami che servono a tutelare la salute della donna incinta e del bambino come ad esempio ecografie, esami del sangue e visite di controllo ma solo se effettuate in strutture sanitarie pubbliche o private accreditate.

Nuove esenzioni ticket da quest’anno

A partire da quest’anno il governo ha previsto nuove tutele per le donne che voglio avere un bambino o che sono incinte.

Le nuove prestazioni gratuite sono previste prima della gravidanza per accertare quali rischi potrebbe correre la donna avendo un bambino. Tali prestazioni sono rivolte ad entrambi i genitori.

Durante la gravidanza le prestazioni gratuite che possono essere effettuate dalla mamma sono state ampliate comprendendo anche il test combinato per individuare eventuali gravidanze a rischio.

Sono state incluse nelle prestazioni gratuite anche tutte quelle riguardanti la diagnosi prenatale, ovvero tutti quegli esami volti a monitorare lo stato di salute del feto nel corso della gravidanza.

Esenzione ticket donne incinte: come si ottiene

Indipendentemente dal reddito, ogni donna incinta può eseguire gratuitamente le visite periodiche ginecologiche, i corsi pre parto, l’assistenza in gravidanza.

Per ottenere l’esenzione in questione il medico curante deve riportare sull’impegnativa che richiede l’esame il codice “M” seguito dal numero di settimane di gestazione.

Per i test genetici, qualora nella famiglia della coppia fossero presenti condizioni che metterebbero a rischio il feto, il codice da inserire da parte del medico richiedente è “M00” per accertare eventuali difetti genetici. Per esami invasivi che si praticano quando sono presenti minacce di aborto, invece, il codice da inserire è “M50”.

Non serve, quindi, richiedere un’apposita esenzione per godere delle prestazioni gratuite ma basta il codice apposto dal medico curante (in alcune regioni, invece, serve un’apposita attestazione, per questo sempre meglio chiedere informazioni alla propria Asl di appartenenza).

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