L’IMU colpisce i possessori di immobili, intendendo per tali il proprietario o il titolare di altro diritto reale di godimento (usufrutto, enfiteusi, ecc.). Si paga in funzione della percentuale di possesso e dei mesi di possesso nell’anno (12 mesi). Quindi, se ad esempio, l’immobile è posseduto in comproprietà al 50% tra marito e moglie, significa che dell’IMU complessiva dovuta sull’immobile:

  • il 50% lo deve pagare il marito in nome e per conto suo
  • l’altro 50% lo deve pagare la moglie in nome e per conto proprio.

Ciascuno de comproprietari è responsabile della propria obbligazione tributaria.

Quindi, se il marito non paga la sua quota IMU non ne risponde la moglie. Così anche viceversa.

L’IMU è di competenza comunale ed è anche un tributo soggetto a dichiarazione annuale. Tuttavia, la dichiarazione IMU non sempre è obbligatorio presentarla.

Scadenza e obbligo della dichiarazione annuale

Il Modello di Dichiarazione IMU 2024 (anno d’imposta 2023) è stato pubblicato pochi giorni fa dal MEF (Ministero Economia e Finanze). La scadenza di presentazione è fissata al 30 giugno 2024 che, essendo domenica, slitta al 1° luglio. In caso di non presentazione nei tempi, trova applicazione il ravvedimento operoso dichiarazione IMU.

L’adempimento deve farsi solo laddove, con riferimento all’anno d’imposta 2023, gli immobili sono stati oggetto di riduzione/esenzioni d’imposta (ad esempio, l’immobile gode dello sconto IMU case inagibili oppure dell’esenzione IMU case occupate). L’obbligo dichiarativo scatta anche quando il comune, per l’anno d’imposta 2023, non è in possesso delle informazioni necessarie per verificare il corretto adempimento dell’obbligazione tributaria (ad esempio, immobile è stato oggetto di locazione finanziaria oppure il terreno agricolo è divenuto edificabile).

Se la dichiarazione è già stata presentata in passato, non bisogna ripresentarla. Bisogna, invece, ripresentarla se nel 2023 è cambiato qualcosa rispetto al trascorso. Ad esempio, nel 2021 l’immobile ha goduto dello sconto IMU casa in comodato e quindi è stata presentata la Dichiarazione IMU 2022 (anno d’imposta 2021).

Poi nel 2023 lo stesso immobile non gode più del predetto sconto. In questo caso, bisogna fare la Dichiarazione IMU 2024 entro il 1° luglio di quest’anno per comunicare al comune che l’immobile non è più in comodato.

Dichiarazione IMU, c’è anche la congiunta

Come esiste la dichiarazione redditi congiunta (730 congiunto), esiste anche la Dichiarazione IMU congiunta.

Secondo, infatti, quanto si legge dalle istruzioni ministeriali al modello IMU 2024, c’è il riquadro dei “Contitolari” che deve essere compilato solo per gli immobili per i quali viene presentata la dichiarazione congiunta e cioè nel caso in cui più soggetti siano titolari di diritti reali sull’immobile (es.: più proprietari; proprietà piena per una quota e usufrutto per la restante quota).

In tal caso ciascun contitolare è tenuto a dichiarare la quota a esso spettante. Tuttavia, è consentito ad uno qualsiasi dei titolari di presentare la dichiarazione congiunta, purché comprensiva di tutti i contitolari. Quindi, una sola dichiarazione IMU che indica tutti i possessori dell’immobile. In tal caso, l’adempimento si ritiene valido per tutti i contitolari.

A differenza del 730 congiunto (ammesso solo per marito e moglie), la Dichiarazione IMU congiunta è anche tra comproprietari diversi da marito e moglie (ad esempio, genitori e figli, fratelli e sorelle, ecc.).

Riassumendo

  • la dichiarazione IMU non sempre è obbligatoria
  • se fatta già in passato poi bisogna ripresentarla solo se successivamente è avvenuta qualche variazione
  • la Dichiarazione IMU 2024 (anno d’imposta 2023) scade il 1° luglio 2024 (il 30 giugno è domenica)
  • esiste possibilità di Dichiarazione IMU congiunta in caso di più contitolari del possesso immobili.