Con una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l’Anmefi, l’assoziazione nazionale che rappresenta i medici fiscali dell’INPS, si chiede l’attuazione di un polo unico per la medicina fiscale volto alla valorizzazione delle competenze di oltre 1200 medici fiscali.   I medici fiscali, che da oltre 30 anni sono in collaborazione con l’INPS per il controllo dello stato di malattia dei lavoratori, da oltre 3 anni aspettano la regolarizzazione del proprio rapporto di lavoro.   Dopo la Riforma d’Alia, legge 125 del 2013, che ha trasformato le liste già costituite in liste speciali ad esaurimento in vista della stabilizzazione da parte dell’INPS del rapporto di lavoro dei medici fiscali, che a distanza di 3 anni non è ancora avvenuta, si è assistito ad una riduzione delle visite fiscali su tutto il territorio nazionale.

  “L’ormai cronica riduzione delle visite fiscali su tutto il territorio nazionale rappresenta un danno enorme per le tasche dei cittadini italiani a causa dell’inevitabile incremento della spesa pubblica dovuta alle assenze per malattia in mancanza dei relativi controlli previsti dalla Legge. I risparmi, auspicati assurdamente con la riduzione da un 15-20% al 2-3% dei certificati di malattia pervenuti all’INPS e sottoposti a visita di controllo, non ci sono stati e pertanto non si prevedono in futuro. Auspichiamo che le Istituzioni vogliano garantire questo servizio obbligatorio con un budget che non sia irrisorio” scrive l’Anmefi.   Dal 29 aprile 2013, infatti, i medici fiscali INPS sono costretti a rinunciare a svolgere il proprio ruolo in un’ottica di contenimento della spesa pubblica. Ma la funzione dei medici fiscali, a detta dell’associazione, si autofinanzia poichè oltre a casi di riduzione della prognosi di malattia, in molti casi scoraggia, proprio a causa delle penalizzazioni per assenza ingiustificata, i casi di falsi malati. Leggi anche Visite fiscali: come cambia la reperibilità nel settore privato e Visite fiscali malattia: nuove regole per dipendenti privati e casi di esenzione dall’obbligo di reperibilità