Quando può andare in pensione chi ha versato contributi per almeno 15 anni della sua vita lavorativo? Che tipo di trattamento spetta? E cosa può fare, invece, chi ha versato contributi all’Inps per almeno 20 – 30 anni? E se gli anni contributivi sono 41? 

A queste domande proveremo a rispondere cercando di fare chiarezza sulle varie modalità di uscita dal lavoro: dalla pensione di vecchiaia a quella anticipata, fino alle forme previdenziali riconosciute a specifici lavoratori. Vediamo cosa cambia.

Quando può può andare in pensione chi ha 15 anni di contributi versati

Attualmente, per poter accedere alla pensione di vecchiaia, al contribuente-lavoratore che ha compiuto 67 anni è richiesto un minino di 20 anni di contributi versati.

Tuttavia, esistono delle deroghe all’elevazione dei requisiti di assicurazione e di contribuzione. Ad introdurle è stata la legge n. 214 del 22 dicembre 2011, (di conversione, con modificazioni, del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201), recante nuove disposizioni in materia di trattamenti pensionistici.

Si tratta delle cd. “deroghe Amato“, che hanno individuato particolari categorie di lavoratori dipendenti ed autonomi che possono accedere, in deroga all’elevazione del requisito minimo contributivo, alla pensione di vecchiaia in presenza di un’anzianità contributiva minima di 15 anni anziché 20 (ma comunque sempre dopo il perfezionamento dell’età pensionabile prevista per la generalità dei lavoratori).

Di fatto, possono accedere alla pensione di vecchiaia, in presenza di un’anzianità contributiva minima di 15 anni, le seguenti categorie di lavoratori che:

  • abbiano maturato 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992;
  • abbiano versato volontariamente i contributi in data anteriore al 31 dicembre 1992;
  • se dipendenti, possono far valere un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni (vale a dire che il primo contributo deve essere versato almeno 25 anni prima della data di maturazione dei requisiti per la pensione) e risultano occupati per almeno 10 anni per periodi di durata inferiore a 52 settimane nell’anno solare (i cd. lavoratori discontinui).

Ai fini della maturazione dei requisiti in parola, sono utili tutti i contributi (obbligatori, figurativi, volontari, da riscatto e da ricongiunzione) riferiti temporalmente a periodi anteriori al 1 gennaio 1993.

I contributi figurativi, da riscatto e da ricongiunzione riferiti a periodi che si collocano entro il 31 dicembre 1992 devono essere valutati anche se riconosciuti a seguito di domanda successiva a tale data.

Inoltre, l’elevazione dei requisiti di assicurazione e di contribuzione non opera nei confronti dei lavoratori dipendenti ed autonomi ammessi alla prosecuzione volontaria da data anteriore al 31 dicembre 1992. Per tali lavoratori rimangono pertanto confermati i 20 anni di contribuzione.

Quando può può andare in pensione chi ha 20 anni di contributi versati

Con 20 anni di contributi versati il lavoratore che ha raggiunto un’età minima di 64 anni può richiedere la pensione anticipata. Si tratta di un trattamento Inps riconosciuto però solo in determinati casi, tutti individuati dal legislatore.

La pensione anticipata è il trattamento di pensione che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia.

È in vigore dal 1° gennaio 2012 e ha sostituito la precedente pensione di anzianità, che è rimasta accessibile per coloro che hanno maturato i relativi requisiti entro il 31 dicembre 2011, ovvero, per i destinatari delle cd. norme di salvaguardia.

Requisiti pensione anticipata

La pensione anticipata è prevista per gli iscritti:

  • all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che include il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, le Gestioni speciali per i lavoratori autonomi;
  • alla Gestione Separata INPS;
  • alle forme sostitutive dell’AGO, come ad esempio il Fondo Volo (per i dipendenti da aziende di navigazione aerea) e la Gestione sport e spettacolo (per i lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti);
  • alle forme esclusive dell’AGO, come ad esempio le Gestioni dei dipendenti pubblici (dipendenti dello Stato, degli enti locali, del settore sanità, ufficiali giudiziari e gli insegnanti d’asilo dipendenti dei comuni, delle scuole elementari parificate).

Coloro che hanno maturato il requisito contributivo dal 1° al 29 gennaio 2019, anche cumulando i periodi assicurativi, conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico dal 1° aprile 2019.

Possono richiedere la pensione anticipata i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi (pari a 2.175 settimane) se donne, 42 anni e 10 mesi (pari a 2.227 settimane) se uomini. In base alle norme vigenti, tale requisito (in vigore dal 1° gennaio 2016) è previsto fino al 31 dicembre 2026.

Quando può può andare in pensione chi ha 30 anni di contributi

Chi ha accumulato almeno 30 anni di contribuzione può ricorrere alla cd. APE sociale (anche conosciuta come Quota 93), che permette l’uscita anticipata dal lavoro al compimento di 63 anni (da qui, 63+33=93).

Ricapitolando, per ottenere l’indennità è necessario che i soggetti in possesso delle condizioni indicate dalla legge abbiano, al momento della domanda di accesso, i seguenti requisiti:

  • almeno 63 anni di età;
  • minimo 30 anni di anzianità contributiva;
  • non essere titolari di alcuna pensione diretta.

L’accesso al beneficio è inoltre subordinato alla cessazione di attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato svolta in Italia o all’estero.

Requisiti APE sociale

L’indennità cd. APE Sociale spetta ai lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, nonché alla Gestione Separata, se si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • hanno perso il lavoro;
  • assistono, al momento della richiesta, un familiare disabile;
  • hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%.

Attenzione, in pensione con Quota 93 possono andare anche i lavoratori che svolgono le attività cd. gravose. Per questi, però, l’anzianità contributiva minima richiesta è di 36 anni. Mentre, ai fini del riconoscimento dell’indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.

Quando può può andare in pensione chi ha 35 anni di contributi

Possono richiedere la pensione anticipata, al raggiungimento di 35 anni contributivi, le lavoratrici che rientrano tra le beneficiare di Opzione Donna.

Si tratta di un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo ed erogato, a domanda, in favore delle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2021.

Requisiti Opzione Donna

Di fatto, possono accedere alla pensione le lavoratrici che entro il 31 dicembre hanno:

  • un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni;
  • un’età anagrafica pari o superiore a 58 anni (per le lavoratrici dipendenti) e a 59 anni (per le lavoratrici autonome).

Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico.

La pensione è liquidata esclusivamente con le regole di calcolo del sistema contributivo di cui al decreto legislativo 180/1997.

Quando può può andare in pensione chi ha 38 anni di contributi versati

In vigore dal 2022, dopo il superamento definitivo di Quota 100, Quota 102 è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi che maturano, entro il 31 dicembre 2022, un’età anagrafica di almeno 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni.

La prestazione spetta ai lavoratori iscritti:

  • all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) – che comprende il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD);
  • o alle gestioni speciali per autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
  • oppure ancora alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, gestite dall’INPS, nonché ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata.

La disciplina delle decorrenze è diversificata a seconda del datore di lavoro, pubblico o privato, ovvero della gestione previdenziale a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico.

Requisiti Quota 102

Ai fini del perfezionamento del requisito contributivo è valutabile la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurato. Resta fermo il perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti.

Il requisito contributivo richiesto per la pensione anticipata Quota 102 può essere perfezionato, su domanda dell’interessato, anche cumulando tutti e per intero i periodi assicurativi versati o accreditati. La titolarità di una pensione diretta a carico di una delle predette forme di assicurazione obbligatoria preclude l’esercizio della facoltà di cumulo dei periodi assicurativi.

La domanda può essere presentata online all’INPS attraverso il servizio dedicato. In alternativa si può fare domanda tramite: Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile; enti di patronato e intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Quando può può andare in pensione chi ha 41 anni di contributi

I lavoratori che vantano almeno 41 anni di contributi versati hanno diritto, oggi, a richiedere la pensione. È l’Inps che, dopo la domanda, si occupa dell’erogazione della prestazione economica.

La pensione spetta ai lavoratori precoci che possono far valere:

  • 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età;
  • entro il 31 dicembre 2026, 41 anni di contribuzione.

A questi requisiti, poi, si aggiungono determinate condizioni imposte dalla legge.

Requisiti pensione lavoratori precoci

La pensione per i lavoratori precoci, nello specifico, spetta agli iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle forme sostitutive o esclusive della medesima, in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età e che si trovano in una delle seguenti condizioni:

  • stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro involontaria;
  • invalidità superiore o uguale al 74% accertata;
  • assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità;
  • hanno svolto attività particolarmente faticose e pesanti (cd. lavori usuranti individuati dal Ministero del lavoro);
  • sono ricompresi tra le categorie di lavoratori dipendenti che hanno svolto l’attività lavorativa cd. gravosa per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, ovvero, per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa.

Il requisito contributivo di 41 anni può essere perfezionato, in questi casi, su domanda dell’interessato, anche cumulando i periodi assicurativi.