Forse non tutti sanno che si può andare in pensione qualche anno prima se si cambia mestiere a fine carriera. Un operaio potrebbe anticipare l’uscita dal lavoro dedicandosi a particolari mansioni più faticose o logoranti. Senza necessariamente cambiare datore di lavoro.

Si tratta di dedicarsi a lavori usuranti per i quali la legge (Decreto legislativo 67/2011) riconosce il diritto ad andare in pensione a partire da 61 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di contributi. Chi lavora in fabbrica, ad esempio, potrebbe farsi spostare alla line di catena.

O dedicarsi a turni di lavoro notturni negli ultimi anni di carriera per sfruttare al meglio le possibilità di uscita.

Lavori usuranti, requisiti

Ma veniamo ai requisiti che bisogna possedere per andare in pensione in anticipo avendo svolto lavori usuranti. Essi sono:

Riguardo a questo ultimo aspetto, che è poi il caso preso in esame, la legge precisa che per andare in pensione prima è necessario aver svolto il lavoro usurante per almeno 7 anni, nell’ultimo decennio, per 6 anni negli ultimi sette o per metà della vita lavorativa. Fra i mestieri usuranti vi rientrano anche quelli notturni che implicano lo svolgimento dell’attività per un numero minimo di ore, così come stabilito dalla normativa. L’elenco completo è comunque consultabile qui.

I requisiti per ottenere la pensione anticipata, nel caso di lavoro di notte, cambiano, infatti, in base ai turni di lavoro svolti nel corso dell’anno. Per maggiori dettagli è possibile consultare il messaggio Inps n. 1100 del 21 marzo 2023 nel quale sono spiegati in dettaglio le varie opzioni di uscita.

Quando presentare domanda di pensione

La domanda di pensione per chi ha svolto lavori usuranti deve essere presentata al Inps entro il 1 maggio 2023.

Si tratta per l’esattezza di una istanza di verifica dei requisiti maturati o maturandi nel corso del 2024. L’istanza all’Inps dovrà essere corredata da tutta la documentazione comprovante il tipo di attività svolta e la durata.

Non è quindi una vera e propria istanza di pensione, ma una richiesta di ricognizione dei requisiti da parte dell’Inps. All’esito del riscontro da parte dell’Istituto, se positivo, sarà cura del lavoratore presentare successivamente la domanda di pensione.

Ricordiamo che le istanze pervenute dopo il 1 maggio 2023 saranno comunque accettate dall’Inps. Ma bisognerà considerare il differimento del pagamento della pensione di 1,2 o 3 mesi rispettivamente a seconda se la domanda è presentata dal 2 maggio al 1° giugno 2023; dal 2 giugno al 31 luglio 2023; oppure dopo il 1° agosto 2023.