Esistono alcune tipologie di lavoro che permettono di andare in pensione a 61 anni nel 2022. Tuttavia bisogna affrettarsi a presentare domanda al Inps per beneficiare dell’uscita anticipata.

Ma chi sono questi lavoratori? Fatta eccezione per Opzione Donna che prevede l’uscita a 58-59 anni e le anzianità dei militari (in pensione a 58 anni), vi rientrano i lavoratori addetti a particolari  mansioni usuranti. Ma anche le lavoratrici con figli in Ape Sociale.

In pensione a 61 anni per chi svolge queste attività

Hanno diritto ad andare in pensione a 61 anni e 7 mesi, in base al Dlgs n.

67 del 2011, i lavoratori che prestano attività in galleria, cava o miniera, ad elevate temperature o che lavorano per l’asportazione dell’amianto.

Fra questi ci sono anche i palombari, gli addetti alla linea di catena e i conducenti di veicoli destinati a servizio pubblico di trasporto collettivo, con un minino di 9 posti a sedere. Possono uscire dal lavoro in anticipo anche i lavoratori notturni, che prestano la propria attività lavorativa per almeno 6 ore di notte e per almeno 72 giorni all’anno.

Per tutti, i requisiti per andare in pensione a 61 anni e 7 mesi di età sono quello di avere maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni (un anno in più di età per i lavoratori autonomi). E’ necessario, poi, aver svolto le mansioni di cui sopra per un periodo di tempo pari ad almeno 7 anni negli ultimi 10 anni. Oppure, per almeno la metà della vita lavorativa complessiva.

La domanda per il riconoscimento dei requisiti alla pensione deve essere presentata al Inps entro e non oltre il 1 maggio 2022.

Ape Sociale per le donne con figli

A 61 anni possono accedere all’anticipo pensionistico anche le lavoratrici con figli che rientrano in Ape Sociale. Quindi che non abbiano svolto necessariamente mansioni usuranti. La legge prevede uno sconto di massimo due anni per ciascun figlio rispetto al requisito anagrafico di 63 anni previsto.

Le lavoratrici devono inoltre trovarsi in una delle seguenti quattro condizioni da possedere:

  • almeno 30 anni di contributi ed essere in stato di disoccupazione;
  • almeno 30 anni di contributi e assistere da almeno sei mesi il coniuge, la persona con cui è contratta l’unione civile o un parente di primo grado convivente (genitori o figli) con handicap in situazione di gravità;
  • almeno 30 anni di contributi ed essere riconosciuto invalido dalle commissioni di invalidità civile almeno al 74%;
  • almeno 36 anni di contributi e svolgere da almeno sei anni un lavoro gravoso.