Nella Legge di bilancio 2023  non c’è traccia di novità sulla cessione del credito. Le imprese e i contribuenti sono molto delusi perché si aspettavano degli interventi tali da sbloccare la cessione del credito con le banche e con gli altri intermediari finanziari che dopo le recenti sentenze delle Cassazione, stanno tirando ancora di più i remi in barca. Anche Poste italiane ha deciso di chiudere i rubinetti.

L’unica novità sulla cessione del credito è stata prevista con il DL 176/2022, decreto Aiuti-quater, ma solo finalizzata a consentire alle imprese di poter utilizzare i crediti presenti nel proprio portafoglio su un orizzonte temporale più lungo ossia su 10 anni anziché 5 (o 4).

A oggi, sono poche le banche che stanno prendendo nuove pratiche di cessione. Vediamo di chi si tratta.

La cessione del credito. La situazione attuale

Le regole di cessione del credito sono regolate dall’art.121 del DL 34/2020, decreto Rilancio.

A oggi si è perso il conto delle modifiche normative che sono intercorse negli ultimi mesi. Da un lato il legislatore ha cercato di rafforzare i controlli e dall’altro ha voluto limitare la responsabilità di chi rileva il credito dall’impresa o dal contribuente.

Detto ciò, con l’ultimo decreto Aiuti, è stato previsto che le imprese possono scegliere di suddividere il credito acquisito dal contribuente, fino d un massimo di 10 quote annuali. In tal modo, l’impresa ha a disposizione un arco temporale più lungo per utilizzare il credito ai fini del pagamento di imposte e contributi previdenziali.

La novità riguarda i crediti d’imposta derivanti dalle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate entro il 31 ottobre 2022 e non ancora utilizzati in compensazione. Il fornitore o il cessionario dovrà informare il Fisco con una comunicazione telematica da inviare secondo le modalità che saranno definite a breve da un provvedimento ad hoc.

La quota di bonus non utilizzata nell’anno non potrà essere usufruita negli anni successivi né richiesta a rimborso.

Solo due banche stanno andando avanti con la cessione

L’intervento del decreto Aiuti-quater non impatta però sulle nuove pratiche di cessione; infatti le banche e gli altri intermediari non stanno accettando più nuove cessioni; hanno raggiunto la massima capienza; è questo il principale aspetto rispetto al quale ci si aspettava un intervento nella Legge di bilancio. Tuttavia, il Governo, nonostante le promesse, è stato inerme. Dunque, per le imprese è sempre più difficile affrontare la carenza di liquidità, infatti, effettuati i lavori e ottenuto in cambio il credito pari alla detrazione spettante  al contribuente, le imprese si trovano in mano con un credito che nessuna banca vuole più rilevare.

A oggi, sembrerebbe che solo San Paolo e BNL stiano accettando nuove pratiche di cessione. Si spera che nel testo finale della Legge di bilancio 2023, trovi posti una misura che vada incontro alle imprese e ai professionisti che lavorano con il sistema 110. L’intervento del decreto Aiuti-quater non basta e non serve a dare liquidità alle imprese.