Cessione del credito alle Poste. Si ferma tutto, nella giornata di ieri, sul portale di Poste italiane è stato pubblicato un avviso con il quale, si informano i contribuenti che il servizio di acquisizione di nuove pratiche di cessione è stato sospeso. Non si sa ancora se si tratta di un addio o se il servizio è solo temporaneamente sospeso, è possibile che la decisione sia legata alle recenti 5 sentenze della Cassazione che hanno cambiato tutto.

Infatti, secondo la Cassazione, i crediti d’imposta provenienti da azioni illecite ossia truffe, possono essere sequestrati anche in capo di colui che li ha acquistati in buona fede, ignaro di come il credito era sorto in origine.

Dunque è legittimo il sequestro preventivo del credito in capo a quest’ultimi.

Di certo si tratta di una cattiva notizia per chi aveva in mente di cedere il proprio credito alle Poste. A ogni modo, il contribuente ha alcune alternative per rimediare al blocco della cessione del credito alle Poste.

Poste italiane. Stop a nuove pratiche di cessione

Questo il contenuto dell’avviso pubblicato ieri sul sito di Poste Italiane:

Gentili clienti, il servizio di acquisto di crediti d’imposta ai sensi del DL 19 maggio 2020 n.34, convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020 n.77 e s.m.i., è sospeso per l’apertura di nuove pratiche. È possibile seguire l’avanzamento delle pratiche in lavorazione e caricare la documentazione per quelle da completare.

Dunque, non c’è pace per la cessione del credito, le recenti modifiche normativa che hanno alleggerito la responsabilità dei cessionari, sembrano non bastare. A rendere più complicata la situazione ci ha pensato la Corte di Cassazione che ha sancito l’inutilizzabilità ossia il sequestro preventivo dei crediti presi in buona fede dai cessionari ma che a monte sono frutto di truffe.

Quali rimedi per il contribuente?

Chi stava pensando di cedere il proprio credito alle Poste, ora dovrà guardarsi intorno per trovare altre soluzioni.

Le alternative sono due.

Trovare un altro cessionario, magari una banca. Per le spese sostenute nel 2022, la cessione del credito potrà essere comunicata al Fisco entro il 16 marzo 2023. E’ ammessa anche la remissione in bonis. Il contribuente potrebbe anche decidere di di fruire della prima rata di detrazione spettante(2022), indicandola nelle relativa dichiarazioni dei redditi, 730-2023 o modello Redditi per poi, cedere il credito corrispondente alle restanti rate di detrazione. La cessione delle rate residue deve essere effettuata per il totale e non è revocabile.

Tutto sommato per le spese 2022, il contribuente ha ancora tutto il tempo a disposizione per valutare la soluzione migliore.

Detto ciò, rimane fermo che per le pratiche in lavorazione, Poste continuerà la fase di valutazione della documentazione, con controlli che sicuramente saranno ancora più stringenti.