Nei bonus casa, dopo il decreto-legge n. 11 del 2023, lo sconto in fattura e la cessione del credito sono diventati un miraggio. Nella maggior parte dei casi non è più possibile esercitare queste opzioni. L’unica strada percorribile resta, quindi, quella detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi.

Una strada che permettere di recuperare, in più anni, la parte della spesa sostenuta per il lavori edili sull’immobile. Una percentuale di spesa che varia a seconda della tipologia di interventi eseguiti.

Ad ogni modo, lo stesso decreto n.

11 del 2023 prevede delle deroghe, ossia delle ipotesi in cui sconto e cessione sono ancora possibili.

Bonus casa, dove ci sono ancora sconto e cessione

Il decreto-legge n. 11 del 2023, ha sostanzialmente stabilito che nei bonus casa, dal 17 febbraio 2023, non si possono più fare l’opzione per lo sconto in fattura e l’opzione per la cessione del credito.

Lo stop non è così drastico. Il legislatore, infatti, contempla delle eccezioni che tengono conto di alcune particolari situazioni. In dettaglio, è previsto che sconto e cessione sono ancora possibili per quei lavori, il cui titolo abilitativo (CILA, SCIA, ecc.) risulta presentato entro il 16 febbraio 2023.

Per i lavori non soggetti a tiolo abilitativo (c.d. lavori in edilizia libera), le due opzioni sono ancora percorribili laddove gli interventi siano iniziati prima del 17 febbraio 2023.

Se poi trattasi di interventi su parti comuni del condominio, oltre al rispetto della data del titolo abilitativo o inizio lavori (se in edilizia libera), è necessario anche che risulti adottata, entro il 16 febbraio 2023, la delibera di approvazione lavori stessi.

Altre deroghe

Infine, sconto e cessione sono ancora possibili, a prescindere dalla data del titolo abilitativo, di inizio lavori e della delibera condominiali, per:

  • bonus barriere architettoniche 75%
  • interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dal 1° aprile 2009. E in quelli danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi a partire dal 15 settembre 2022 nei territori della Regione Marche
  • lavori realizzati dagli IACP (case popolari) e dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Nonché dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) o dalle organizzazioni di volontariato (ODV).

Bonus casa, tutte le detrazioni possibili

Il fatto di non poter più optare per sconto o cessione del credito, non ha inciso sulla possibilità della detrazione fiscale in dichiarazione dei redditi.

Quindi, la spesa sostenuta per i lavori edili sulla casa, comunque, è ammessa allo sgravio fiscale. Uno sgravio che è suddiviso in tante quote annuali di pari importo a seconda della tipologia di lavori. Eccone un riepilogo dei bonus casa esistenti:

  • bonus verde – detrazione 36% per lavori di sistemazione a verde di casa, (si recupera in 10 quote annuali di pari importo
  • bonus ristrutturazione – detrazione 50% per lavori di ristrutturazione casa, (si recupera in 10 quote annuali di pari importo
  • bonus mobili – detrazione 50% per acquisto di mobili e grandi elettrodomestici finalizzati ad arredare casa in ristrutturazione (si recupera in 10 quote annuali di pari importo)
  • ecobonus ordinario – detrazione 50% (oppure 65%, 70%, 75%, 80% e 85% a seconda dei casi) per lavori finalizzati al risparmio energetico (si recupera in 10 anni)
  • bonus barriere architettoniche 75% – detrazione 75% per lavori finalizzati all’abbattimento barriere architettoniche (si recupera in 5 anni)
  • sismabonus ordinario – detrazione 70% (oppure 75%, 80% e 85% a seconda dei casi) per lavori finalizzati all’adozione di misure antisismiche (si recupera in 5 quota annuali di pari importo)
  • superbonus – detrazione 110% (o 90% a seconda dei casi) per lavori trainanti e trainati (si recupera in 5 anni o 4 anni a seconda di quando è sostenuta la spesa).

C’è poi il bonus facciate che non esiste più dalle spese 2023. Si tratta di una detrazione fiscale del 90% (per spese 2020 e 2021) o 60% per spese 2022) riconosciuta a fronte di lavori sulla facciata esterna dell’edificio. Si recupera in 10 anni.