Su una cosa possiamo essere certi: il reddito di cittadinanza sarà cancellato o drasticamente modificato alla prima occasione utile, ossia con la prossima legge di bilancio.
La Meloni e tutta la maggioranza di centro destra da sempre sono stati contrari a questo strumento, ritenuto inefficace sotto diversi punti di vista.
Innanzitutto, il reddito di cittadinanza ha fallito nel suo intendo di far incontrare la domanda e l’offerta di lavoro. Anzi, secondo i suoi detrattori, ne sarebbe un ostacolo.
Oltre a questo, si tratta di una misura troppo cara.

Secondo l’ultimo comunicato dell’osservatorio dell’INPS, lo stesso è costato circa 6 miliardi di euro soltanto nei primi 9 mesi del 2022.
Per tutti questi motivi, si attendono delle importanti modifiche all’Istituto, che potrebbe anche cambiare nome in reddito di solidarietà, con l’esclusione di alcune categorie di attuali percettori. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Costi alti e assegno troppo basso, la Meloni taglia il sussidio

Nei piani della Meloni c’è il superamento del reddito di cittadina con un altro strumento di welfare: il reddito di solidarietà. Quest’ultimo consiste in un sussidio a favore dei fragili: anziani senza un lavoro e famiglie con minori o disabili a carico. Saranno invece tagliati fuori dal sussidio i giovani e i furbetti, i quali, secondo fonti interne a Fratelli d’Italia, rappresenterebbero circa la metà degli attuali percettori.
Il reddito di solidarietà, dunque, permetterebbe un notevole risparmio per le casse dello stato. Soldi che potrebbero essere utilizzati per finanziare importanti riforme, come ad esempio la cosiddetta “Quota 41” e tanto altro ancora.

Salvini chiede di mettere in pausa il reddito di cittadinanza per 6 mesi

Il neo Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Matteo Salvini, ha da poco ribadito la sua volontà di superare la legge Fornero, “avviando quota 41 magari da 61-62 anni”. Si tratta di uno dei temi maggiormente discussi durante la sua campagna elettorale.


Secondo i tecnici della Lega la riforma dovrebbe costare circa 1,3 miliardi di euro. Risorse che potrebbero essere reperite mettendo in pausa il reddito di cittadinanza per sei mesi alle persone che possono lavorare e che percepiscono la misura da 18 mesi. Per il leader della Lega, un’operazione del genere consentirebbe di risparmiare poco più di un miliardo di euro, sufficienti per finanziare un adeguato istituto per il pensionamento anticipato.
Salvini, ad ogni modo, ha parlato soltanto di una sospensione e non di modifica strutturale del reddito di cittadinanza. Sotto questo punto di vista, i piani della Meloni sono ben altri.

Presto potrebbe arrivare il reddito di solidarietà. Ecco in cosa consiste la sforbiciata della Meloni

Il nuovo presidente del Consiglio dei ministri vorrebbe sostituire l’istituto “anti-povertà”, tanto caro al Movimento 5 Stelle, con il reddito di solidarietà. Quest’ultimo, sostanzialmente, consiste in un sussidio a favore dei “fragili”:

  • anziani senza un lavoro;
  • nuclei familiari con minori a carico;
  • nuclei familiari con disabili.

Nessun beneficio sarà invece previsto per i giovani in grado di lavorare.
Ignazio La Russa, esponente di spicco di Fratelli d’Italia e neo presidente del Senato, ha spiegato che “non ci sarà più alcun sussidio per i truffatori e per i giovani senza un lavoro” che (secondo lui) rappresenterebbero circa il 50% degli attuali percettori del reddito di cittadinanza.
Quanto si risparmierebbe con una sforbiciata del genere? Basti considerare che, soltanto nel 2021, il reddito di cittadina, secondo quanto riportato dall’osservatorio dell’Inps, l’investimento totale è stato di 8,79 miliardi (comprensivo di reddito e pensione di cittadinanza). Prendendo per buoni i dati di La Russa, sostituendo il reddito di cittadinanza con il reddito di solidarietà, si potrebbe risparmiare circa 4,5 miliardi di euro l’anno.
Tuttavia, secondo i dati pubblicati di recente dal Corriere della Sera, i beneficiari del sussidio che potrebbero presto perderlo sono circa 660 mila.


Ad ogni modo, si tratta principalmente di soggetti difficilmente occupabili. Il 70% di loro ha come titolo di studio quello di scuola secondaria. Insomma, ci si chiede che fine faranno questi soggetti e se sarà proposto loro un percorso di formazione e di inserimento graduale nel mondo del lavoro.
Con la prossima Legge di Bilancio, il governo dovrebbe finalmente chiarire tutti questi interrogativi. Ovviamente, vi terremo aggiornati su tutte le novità del reddito di cittadinanza.