Lo straordinario momento che stanno vivendo ora i mercati sembra avere della analogie di carattere tecnico simili a quanto visto con il crollo dell’ottobre del 1987.

Sebbene le cause siano diverse (nella fase attuale attribuite al Corona Virus e alla guerra Arabo Saudita dei prezzi del petrolio, mentre nel 1987 ha agito un mix più ampio di fattori), dal punto di vista puramente tecnico la situazione appare simile.

Prendendo a riferimento l’indice S&P 500, come proxy di riferimento dell’andamento delle borse nel mondo, è possibile vedere come al crollo del 1987 sia preceduto un trend squisitamente rialzista durato circa 2 anni.

L’escursione massima di prezzo (livelli in rosso nella figura 1), ossia prendendo a riferimento i prezzi dai massimi del 06/10/1987 (a circa 328,08 punti) ai minimi del 20/10/1987 (a circa 216,46 punti), ha registrato un ribasso del 34,2%. Inoltre, sebbene Trade Station non abbia dati del VIX precedenti al 1990, possono essere reperite stime che indicano livelli del VIX con picco a circa 85 punti, valore praticamente uguale a quello della crisi 2007-2009 (figura 2).

Altra cosa che è possibile notare è che, prima di ritornare sui valori precedenti al crollo, l’indice ha impiegato quasi 2 anni

Figura 1: Andamento S&P 500 pre e post crash

Figura 2: Andamento S&P 500 (in alto) e VIX (in basso) nella crisi 2007-2009

Venendo ai giorni nostri, la situazione tecnica è essenzialmente simile:  brusche correzioni di febbraio e dicembre 2018 a parte, l’indice mostrava trend squisitamente rialzista prima del crollo. Finora l’escursione massima di prezzo (livelli in rosso in figura 3), ossia prendendo a riferimento i prezzi dai massimi del 20/02/2020 (a circa 3.380,45 punti) ai minimi del 17/03/2020 (a circa 2.367,04 punti), ha registrato un ribasso del 30,1%; l’indice VIX ha inoltre mostrato un picco di massimo intorno agli 84 punti.

Figura 3: Andamento S&P 500 e VIX nelle fasi pre e post crash attuale

Si può quindi concludere che dal punto di vista puramente tecnico, ossia circa l’entità della correzione ed i livelli del VIX, le due fasi di mercato siano analoghe.

Il punto interrogativo, ora, è posto sul quanto tempo ci vorrà prima che questa correzione venga riassorbita.

In Italia la situazione è ancora più tragica dato che è circa il secondo paese per numero di contagiati: in questo caso la massima escursione dei prezzi è stata ancora più violenta, registrando un ribasso di circa il 45% finora. In più ci si metta la “batosta” dal punto di vista psicologico, in un momento in cui l’indice aveva bucato la forte resistenza in zona 24.000-24.400 punti e stava raggiungendo valori che non si vedevano dal lontano 2008.

Figura 4: Andamento FTSE MIB pre e post crash

Una differenza importante con il crollo del 1987 riguarda i fondamentali macroeconomici dal momento che uno dei primi effetti del Coronavirus in Italia, per Piccole e Medie Imprese soprattutto, sarà l’abbattimento del fatturato. Stime provenienti dall’autorevolissimo Maurizio Mazziero, presidente e fondatore di Mazziero Reseach, parlano di un brusco calo del PIL Italiano nel primo trimestre, per poi vedere dei leggeri aumenti nei trimestri a seguire ed un PIL comunque negativo sull’intero 2020.

Quello che occorre sperare è che questa situazione venga gestita nel modo più efficiente ed efficace possibile, con l’aiuto del governo italiano e degli altri governi venutici incontro (Cina e Cuba in prima fila) ma soprattutto con la civile collaborazione dei cittadini italiani diretta a frenare il contagio.

Infine, vi è da rilevare che a differenza di quanto avvenuto in presenza dello scoppio di altre “recenti” epidemie (SARS MERS, Aviaria ecc), i mercati sembrano scontare questo tipo di rischi solamente adesso

Per avere maggiori informazioni sul crollo del 1987 si legga anche: Lunedì nero del 1987, cosa successe? Le motivazioni sottostanti al crollo

Per avere maggiori informazioni sul comportamento del mercato finanziario in presenza di epidemie si legga anche: Le epidemie hanno impatto significativo sui mercati finaziari?