Enel emette bond 8,75% 2073 in dollari: risultati e caratteristiche

Pieno successo del colosso energetico italiano per la seconda emissione “ibrida” negli Stati Uniti. Domanda 7,5 volte superiore all’offerta e rendimento del 9% lordo per 60 anni
11 anni fa
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Domande pari a circa 7,5 miliardi di dollari per il nuovo prestito obbligazionario ENEL s.p.a. “ibrido”. Il tanto atteso bond è stato lanciato la scorsa notte sul mercato americano riscuotendo i favori del mercato in un momento estremamente positivo. Enel aveva già emesso un bond ibrido all’inizio di settembre, con una tranche in euro per 1,25 miliardi, e una in sterline per 400 milioni. L’offerta si è attestata a 1.250 miliardi di dollari, come previsto alla vigilia, ma non si prevedeva un accoglimento così caloroso dagli investitori istituzionali americani – commenta un trader che ha seguito l’operazione – sottolineando come il colosso energetico italiano sia ben visto e conosciuto all’estero.

L’operazione é stata guidata da un sindacato di banche composto da Barclays Capital, Citigroup Global Markets, Credit Suisse Securities, Goldman, Sachs & Co., J.P. Morgan Securities, Merrill Lynch Pierce Fenner & Smith, Mitsubishi UFJ Securities, Mizuho Securities USA and Morgan Stanley & Co. finanza

 

BOND ENEL: LEGGI LA NOSTRA ANALISI – In arrivo un secondo bond ibrido per ENEL questa volta in dollari

 

Obbligazioni ENEL s.p.a. 8,75% 2073 callable in dettaglio

 

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Per ENEL si tratta del secondo collocamento “ibrido”, dopo quello avvenuto all’inizio di settembre in euro e sterline inglesi. Il nuovo titolo, emesso dalla capogruppo, è subordinato, in valuta USA e ha durata 60 anni, come notoriamente viene attribuita per questo genere di obbligazioni che si collocano a metà strada fra l’investimento obbligazionario e quello azionario. Il bond è stato prezzato  99,183 con cedola fissa semestrale del 8,75% fino alla prima data di rimborso anticipato prevista per il 24 settembre 2023. Il rendimento che ne deriva è stato quindi calcolato al 9%, come da previsioni, e il bond (Isin IT0004961808IT0004961816) sarà presto quotato alla Borsa di Dublino e negoziabile per tagli minimi di 200.000 dollari. L’obbligazione ha scadenza settembre 2073, con la prima call nel settembre 2023.

Se la call non venisse esercitata verrà applicata una maggiorazione alla cedola di 25 punti base. Un’ulteriore maggiorazione di 75 punti base verrà applicata nel caso non venisse esercitata la call del 2043. Dopo la prima call, le successive cadranno ogni 5 anni. Il bond subordinato ha un rating di ‘Ba1’, ‘BB+’ e ‘BBB-‘ rispettivamente da Moody’s, S&P’s e Fitch, mentre l’emittente ha rating ‘Baa2’, ‘BBB’ e ‘BBB+’ rispettivamente, il primo e il terzo con outlook negativo, il secondo stabile. Tale emissione – spiega una nota – si colloca nell’ambito delle azioni di rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo Enel contemplate nel piano industriale presentato alla comunità finanziaria il 13 marzo 2013. 

 

I bond ibridi cosa sono e come funzionano

 

Ma cosa è esattamente un bond ibrido e quali sono le sue differenze rispetto ai bond senior? Come riporta Borsaitaliana, una definizione assolutamente univoca è piuttosto difficile, dal momento che tale categoria include una serie di strumenti innovativi che a seconda delle emissioni possono avere caratteristiche molto differenti tra di loro. La maggior flessibilità dei bond ibridi pone questo gruppo di strumenti quasi a metà strada tra il debito puro e il capitale di rischio (azionario). Solitamente le caratteristiche ricorrenti riguardano: [fumettoforumright]

Subordinazione – il titolo ha una seniority superiore solo agli strumenti di equity ed è subordinato a tutte le altre emissioni obbligazionarie della società. Questo significa che in caso di bancarotta i possessori di questi strumenti verranno rimborsati solo se tutti gli altri obbligazionisti avranno già ricevuto ciò che spettava loro, ma prima degli azionisti.

Durata – solitamente è molto elevata, ultradecennale ed in alcuni casi può coincidere con la vita dell’azienda; in tale caso si tratta di bond perpetui e sono estremamente simili alle azioni.

Clausola call – l’emittente ha la possibilità di rimborsare in anticipo il prestito. Solitamente se non viene esercitato questo diritto è previsto un aumento della cedola (clausola step-up)

Interest deferral – l’emittente può rinviare il pagamento di una o più cedole al verificarsi di determinati accadimenti.

Questi possono riguardare la mancanza di distribuzione di dividendi da parte della società, oppure utili di esercizio negativi, o un Ebit inferiore a un certo livello. I pagamenti sospesi possono in taluni casi essere onorati grazie ai proventi derivanti dal collocamento di nuove azioni o di nuovi ibridi anche simili a quelli già sul mercato. Talune emissioni danno addirittura la possibilità di saltare completamente il pagamento di una cedola se i conti della società non sono buoni.

Tali peculiarità – in particolare la dipendenza della cedola dai risultati economici delle aziende emittenti e la perpetuità – avvicinano molto gli ibridi agli strumenti di equity. Le differenze, comunque, sono sostanziali. In primo luogo gli ibridi devono corrispondere un flusso cedolare prefissato contrattualmente e non può essere prevista la distribuzione di una parte degli utili: la cedola non può mai essere incrementata. Inoltre, cosa ben più importante, i detentori di debito ibrido, pur partecipando ai rischi societari in maniera molto maggiore rispetto ai comuni obbligazionisti, non hanno alcun controllo sulle politiche dell’azienda né alcun diritto di voto in Assemblea. Tra l’altro è il caso di sottolineare che essendo tali strumenti riservati al mercato degli istituzionali, i sottoscrittori sono grossi finanziatori della società che spesso investono nelle aziende capitali anche superiori a quelli degli azionisti più importanti.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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