Il Ministero di economia e finanze ha pubblicato il programma di emissioni per i titoli di stato a medio-lungo termine, sinteticamente noti come BTp, in relazione al terzo trimestre dell’anno. In questo periodo saranno collocati sul mercato i tre seguenti bond:
- BTp 3 anni, scadenza 15 gennaio 2029
- BTp 7 anni, scadenza 15 novembre 2032
- BTp 10 anni, scadenza 1 febbraio 2036
Programma in forte stato di avanzamento
Le emissioni di BTp stanno avvenendo in un contesto di mercato migliorato per l’Italia. Lo spread è sceso a poco più di 90 punti base, ai minimi dal 2010. Il costo medio di emissione al 31 maggio scorso risultava diminuito al 2,91% dal 3,41% a fine 2024. L’altra buona notizia consiste nel fatto che lo stato di avanzamento del programma era già al 50% al maggio scorso, ma salito al 65% a giugno se consideriamo le emissioni già avvenute e quelle annunciate e che si regolano entro la fine del mese.
In cifre, al 31 maggio ci sono state emissioni di BTp per 172 miliardi di euro e altri 51 miliardi sono stimate entro oggi. Totale: 223 miliardi. Tra luglio e dicembre ci saranno in programma emissioni lorde per 115-125 miliardi. Tenuto conto delle scadenze, le emissioni nette si attesteranno a 14-24 miliardi. Dunque, il Tesoro dovrà rifinanziare il debito in scadenza e nei prossimi sei mesi trovare in media una ventina di altri miliardi. Numeri che spingono all’ottimismo, anche se le condizioni di mercato dovessero deteriorarsi.
Deficit in calo, rating in aumento
Il deficit delle Amministrazioni pubbliche fino a maggio è stato di 80,4 miliardi, in calo di 1,7 miliardi rispetto ai primi cinque mesi dell’anno scorso. Il Tesoro si aspetta, pertanto, che il disavanzo annuale scenderà sotto il 3% del Pil entro il 2026.
Ricordiamo che esso fu del 3,4% nel 2024, sotto le stesse previsioni del governo al 3,8%.
Le emissioni di BTp stanno beneficiando del migliorato sentiment degli investitori, che si riflette nell’upgrade da parte delle agenzie di rating. Le recenti promozioni stanno favorendo il restringimento dei rendimenti rispetto ai titoli di stato tedeschi lungo la curva dei tassi. Questa mattina, il decennale ha aperto offrendo poco meno del 3,50% contro il 2,58% della Germania. A marzo, quando l’allora cancelliere “in pectore” Friedrich Merz annunciò il piano di riarmo tedesco in deficit, lo spread si restrinse e il rendimento italiano quasi tornò a sfiorare il 4%.
Mercato non sconta balzo per emissioni di BTp
Il vertice NATO della settimana scorsa in Olanda ha esitato l’impegno degli stati membri dell’Alleanza Atlantica, Italia compresa, di aumentare le spese militari al 5% del Pil. I mercati non stanno per il momento scontando un grosso impatto sui nostri conti pubblici. Roma si mostra prudente riguardo ai tempi di questo impegno, consapevole di non potersi permettere un forte aumento delle emissioni di BTp per via del già alto indebitamento. Al contrario, Berlino è più decisa a fare nuovi debiti per finanziare la difesa e gli investimenti in infrastrutture. Ciò è scontato dai Bund, i cui rendimenti sono risaliti negli ultimi mesi più che altrove nell’Eurozona.