Emissioni auto, scattano le nuove multe, ecco come

Le multe per emissioni auto UE saranno calcolate su base triennale, con più margini per le case automobilistiche.
4 settimane fa
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Le politiche ambientali europee stanno attraversando una fase di profonda trasformazione, le emissioni auto rimangono un tassello centrale nelle politiche ecologiche. L’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 resta saldamente al centro dell’agenda, ma gli strumenti per raggiungerlo subiscono aggiustamenti calibrati, spesso frutto di un compromesso tra rigore ambientale e sostenibilità industriale. Tra le più recenti novità spicca la modifica al metodo di calcolo delle sanzioni per i costruttori automobilistici che superano i limiti di emissione di Co2. A partire dal 2025, l’Unione Europea introdurrà una nuova formula che tiene conto della media triennale delle emissioni, rivoluzionando un sistema che finora aveva previsto valutazioni e sanzioni su base annuale.

Questa modifica, apparentemente tecnica, ha un impatto concreto sul modo in cui le case automobilistiche si rapportano alla transizione ecologica. Fino ad oggi, ogni anno costituiva un’unità di misura indipendente: se un produttore sforava i limiti di CO₂, la multa scattava in automatico. Con il nuovo approccio, invece, si osserverà la media dei tre anni consecutivi 2025, 2026 e 2027. Solo nel caso in cui la media finale superi il tetto stabilito scatteranno le sanzioni pecuniarie. Una soluzione che introduce maggiore elasticità, consentendo alle imprese di compensare un anno negativo con risultati migliori nei due successivi.

Emissioni auto UE: un nuovo metodo per tempi complessi

Il limite fissato per il quinquennio 2025-2029 è pari a 93,6 grammi di Co2 per chilometro, una soglia che rappresenta un passo ulteriore rispetto ai 115,1 grammi del periodo 2020-2024. Un valore che comporta un’ulteriore pressione tecnologica su un settore già in piena transizione, chiamato a sostituire rapidamente le motorizzazioni tradizionali con modelli ibridi o elettrici.

La sanzione prevista per ogni grammo di CO₂ eccedente è pari a 95 euro, moltiplicata per ogni vettura immatricolata che supera il limite: una formula che, soprattutto per i grandi costruttori, può tradursi in multe milionarie.

L’introduzione della media triennale viene letta da molti come una concessione razionale. Consente alle aziende di fronteggiare gli effetti di eventuali ritardi produttivi, difficoltà logistiche o transizioni non perfettamente sincrone tra i vari mercati. Una casa automobilistica, ad esempio, potrà lanciare un modello elettrico solo nel secondo anno del triennio e recuperare le prestazioni ambientali inizialmente deficitarie. È un criterio che mira a premiare il percorso, più che la singola performance annuale.

Tuttavia, questa flessibilità apre anche ad alcune criticità. Il rischio principale è che alcune imprese si sentano legittimate a rallentare la corsa alla riduzione delle emissioni nel breve periodo, confidando in un recupero successivo. In un momento storico in cui il tempo è una risorsa sempre più limitata, il dibattito tra gradualismo e urgenza diventa inevitabile.

Transizione sotto osservazione: impatto industriale e ambientale

Il nuovo quadro regolatorio non modifica solo l’entità delle multe, ma influisce anche sulle strategie industriali e sui piani di investimento. Le aziende dovranno ora pianificare su orizzonti temporali più ampi, tenendo conto non solo dei risultati tecnici ma anche delle politiche commerciali, delle dinamiche di approvvigionamento e della risposta del mercato.

In pratica, non basterà immettere un numero simbolico di veicoli a basse emissioni nel listino per evitare la sanzione. Sarà necessario che questi veicoli raggiungano un volume di vendite significativo nell’arco del triennio.

Anche il mercato dei veicoli elettrici, già spinto da incentivi e normative sempre più stringenti, potrebbe risentire di questa impostazione. Da un lato, la media triennale potrebbe ritardare l’adozione massiccia di modelli a emissioni zero, offrendo una finestra di tolleranza agli attori più lenti nella transizione. Dall’altro lato, il nuovo criterio potrebbe favorire un approccio più sistemico, in cui ogni casa automobilistica pianifica la propria evoluzione tecnologica in modo stabile e progressivo, anziché sotto la spinta di scadenze annuali.

Emissioni auto UE: obiettivi al 2030 e oltre

Il percorso europeo verso la decarbonizzazione resta comunque tracciato con decisione. Il pacchetto “Fit for 55” prevede una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. In questo contesto, la nuova regolamentazione sulle emissioni auto UE rappresenta una tappa di mediazione tra ambizione ambientale e realismo economico. Bruxelles ha voluto dare un segnale di ascolto all’industria, pur mantenendo ferme le mete finali.

Il tema della sostenibilità non può più essere affrontato solo con divieti o penalizzazioni. Servono incentivi, accompagnamento e strumenti regolatori che permettano un’evoluzione concreta, credibile e tecnicamente compatibile. La media triennale si inserisce in questo disegno: un tentativo di evitare rigidità dannose, senza perdere di vista l’obiettivo ultimo. Resta da capire se questa novità sarà davvero efficace nel promuovere una mobilità più pulita o se si rivelerà uno strumento di dilazione. I prossimi anni saranno decisivi per valutare se la scelta di rendere il sistema più flessibile avrà prodotto benefici ambientali o solo vantaggi per le imprese.

In sintesi.

  • Le nuove regole europee sulle emissioni auto prevedono sanzioni basate sulla media triennale anziché annuale.
  • Il limite di 93,6 g/km di CO₂ resta valido, ma le aziende avranno più margine per pianificare la transizione.
  • Il provvedimento bilancia esigenze industriali e impegni climatici, ma resta il dubbio sull’efficacia ambientale.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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