Tassano di tutto. La comunicazione politica volutamente estremizza nel sintetizzare brutalmente i concetti e spesso inganna, ma quello che sta accadendo con la legge di Stabilità per il 2020 appare chiarissimo: il governo Conte, nato formalmente per evitare l’aumento dell’IVA, sta finendo per aumentare ogni altra tassa. Dall’anno prossimo debutterà la tassa sullo zucchero, che dopo le critiche iniziali delle opposizioni graverà solamente sulle bibite non alcooliche e non sulle merendine. Dall’1 luglio sarà la volta della plastica: 1 euro al kg.

Ma anche vincere ai giochi sarà meno fortunato, perché l’aliquota 12% attuale su tutte le vincite superiori ai 500 euro sarà sostituita da ben 5 nuove aliquote progressive sulla base dell’entità delle vincite: 15% tra 500 e 1.000 euro; 18% tra 1.001 e 10.000 euro; 21% tra 10.001 e 50.000 euro; 23% tra 50.001 e 10 milioni di euro; 25% sopra 10 milioni di euro.

Stangata in arrivo anche sulle grandi società internazionali attive sul web con la cosiddetta “digital tax” del 3% e, infine, immancabili i nuovi aumenti per le sigarette: +0,005 euro per pezzo contenuto nel pacchetto (+10 centesimi per un pacchetto da 20 sigarette) e nuova accisa minima aumentata di 5 euro al chilo sui tabacchi lavorati.

Tante tasse, mance alle famiglie

Ben tre delle tasse congegnate dal governo “giallorosso” vengono propinate con denominazioni inglesi per attenuarne la portata negativa sulle tasche dei contribuenti. E così, avremo la “sugar tax”, la “plastic tax”, la web/digital tax”. Quella sullo zucchero farà introitare allo stato 1,3 miliardi di euro all’anno, la plastica ben 1 miliardo in appena 6 mesi, mentre dalla “digital tax” si attendono 700 milioni e dalle sigarette 88 milioni.

Tasse, tasse e tasse per scongiurare gli aumenti dell’IVA. O forse no? Perché se lo stato con una mano prende, con l’altra distribuisce mance a destra e a manca. Nobile lo stanziamento di 140 milioni per Industria 4.0 (da verificare l’entità del taglio al cuneo fiscale), molto più opinabile l’incremento di 600 milioni del fondo per le famiglie, non perché in sé sia un obiettivo errato o poco condivisibile, quanto per l’insensatezza di una manovra finanziaria schizofrenica, che svuota le tasche dei cittadini in una fase in cui servirebbe riempirle di liquidità aggiuntiva, destinando risorse a una parte di loro e in misura decrescente rispetto al reddito.

E’ il vecchio e storico vizio della sinistra al governo quello del “tassa e spendi”, in ogni epoca e in ogni luogo.

Se lo scorso anno il governo “gialloverde” era stato criticato parecchio (e giustamente) sul reddito di cittadinanza, avendo distribuito prebende in favore dei non occupati, dimenticandosi di chi l’Italia la traina lavorando e pagando le tasse, il motivo di fondo non è cambiato nemmeno con l’attuale legge di Stabilità, anzi va avanti immutato da fin troppi anni: tassare qualsiasi fonte di ricchezza per almeno in parte redistribuirla a chi di ricchezza non ne produce o ne produce assai poca. Non si creano così le condizioni per tornare a crescere, né quelle per spingere tutti i contribuenti a pagare le tasse. Il tintinnio di manette per i “grandi evasori” potrà poco, se lo stato non si legittima agli occhi di chi lo mantiene profumatamente. E anche quest’anno sosterremo l’economia l’anno prossimo.

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