E’ stata una riunione abbastanza movimentata quella di ieri della Lega di Serie A, che ha bocciato a larga maggioranza la proposta dell’ECA (European Club Association) e UEFA di dare vita a una Super Champions, che vada a sostituire dal 2024 l’attuale Champions League, rivedendo anche l’altro torneo europeo, l’Europa League. Si sono astenuti Milan, Inter, Roma e Fiorentina, mentre l’unica ad avere votato a favore è stata la Juventus di Andrea Agnelli, con quest’ultimo ad essere anche presidente dell’ECA, nel mirino dei principali campionati di calcio europei, oltre a Nyon di Aleksander Ceferin, per attentare alla loro sopravvivenza, in favore di poche grandi squadre ricche.

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Di cosa parliamo? ECA e UEFA vogliono accrescere l’appeal e i ricavi delle coppe europee e per farlo hanno trovato un’idea, per alcune squadre geniali, per altre inaccettabile. Si tratta di potenziare la massima competizione calcistica, la Champions, ecco come: le squadre partecipanti sarebbero sempre 32, ma mentre oggi sono suddivise in 8 gironi da 4, il nuovo format prevederebbe 4 gironi da 8. Cosa cambia? Ciascuna squadra giocherebbe 7 partite casalinghe e 7 in trasferta, contro le attuali 3 e 3.

Ma non è finita, perché l’accesso non avverrebbe quasi più tramite il posizionamento stagionale nel singolo campionato, bensì attraverso una rivoluzione nei criteri. In sostanza, 24 sarebbero le squadre fisse partecipanti, cioè le prime 4 di ogni girone che hanno acceduto agli ottavi nell’annata precedente; la quinta viene confermata anch’essa e la sesta e la settima se la giocherebbero ai pareggi. Chi tra le due vince resta in Champions, chi perde retrocede in Europa League. Quanto a quest’ultima, sempre 32 squadre, di cui 20 provenienti dai campionati nazionali, 4 retrocesse dalla Champions, 4 confermate dalla stagione precedente (le perdenti ai quarti) e 4 dall’Europa League 2, un terzo torneo che debutterebbe dal 2021 e che ospiterebbe 64 squadre.

Campionati nazionali a rischio svalutazione

Questa rivoluzione della cosiddetta Super Champions comporta il rischio di sminuire i singoli campionati nazionali, per due ragioni: in primis, perché perderebbero d’importanza per il solo fatto che il posizionamento delle squadre non determinerebbe l’accesso alle Champions, semmai marginalmente all’Europa League; secondariamente, perché il numero delle partite disputate più che raddoppierebbe da 125 a 261, occupando spazi temporali a discapito proprio dei campionati. In realtà, non sarebbe nemmeno certo se le squadre che ne fanno parte continuerebbero a giocare nei campionati nazionali. Se così non fosse, chi mai pagherebbe per vedere giocare squadre di second’ordine? Di fatto, se è vero che ci sarebbero grossi margini per fare lievitare i ricavi dei diritti TV dai 3,25 miliardi annui del triennio in corso tra Champions, Europa League e Super Coppa UEFA, il timore avvertito da un po’ tutti i principali campionati è che ciò avverrebbe a discapito loro.

I network televisivi non hanno bilanci illimitati, per cui concentrerebbero le risorse sui pacchetti delle partite più interessanti per il grande pubblico, sottraendole alle partite minori, quelle disputate tra le squadre che non avrebbero speranza di accedere alla Champions con il nuovo meccanismo, magari alcune tra le attuali stesse “big”. Anche le fasce orarie e giornaliere migliori potrebbero essere riservate ai match della Super Champions, per cui uno studio di Kpmg ha trovato che mediamente i campionati perderebbero il 20% del loro valore sul fronte dei diritti TV con punte di oltre il 40% per la Liga spagnola, cioè qualcosa come 800 milioni in meno a stagione per le squadre iberiche.

Champions League, finaliste sempre club ricchi

La Juventus ha votato a favore, perché chiaramente rientra al momento tra i top club a possedere la ragionevole certezza di essere parte della Super Champions.

Inter, Milan, Roma, Napoli e Fiorentina seguirebbero a ruota, stando ai risultati storici, ma è assai probabile che i partenopei di Aurelio De Laurentiis abbiano votato contro per non indispettire le squadre minori con cui fanno spesso massa per mettere le altre grandi con le spalle al muro. Farebbe molto comodo alle due milanesi, in particolare, che fosse previsto un meccanismo di partecipazione permanente alla massima competizione calcistica del continente, dato il batticuore a cui ormai espongono i rispettivi tifosi nelle ultime giornate per accedere alla Champions, con i rossoneri ad esserne rimasti esclusi per un solo punto. Infine, va da sé che le squadre che riuscissero ad entrare e rimanere nella Super Champions dal 2024, vedrebbero aumentare i ricavi stabilmente, staccando ulteriormente tutto il resto del campionato di cui fanno parte.

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