Milanesi accomunate dai successi in campionato e ieri anche dagli addii eccellenti. Antonio Conte lascia la panchina dell’Inter, mentre Gigio Donnarumma non giocherà più tra i pali del Milan. Un fine campionato agrodolce per i tifosi nerazzurri e rossoneri. Ma forse siamo solo agli inizi di un cambiamento necessario, che passa per il “congelamento” degli stipendi di Serie A. A partire dalla stagione 2021/2022, cioè dall’1 luglio prossimo, le società di calcio di Serie A e B non potranno aumentare il monte-ingaggi rispetto alla stagione ancora in corso.

E tra due anni dovranno ridurli del 10%, mentre tra tre anni del 20%.

Queste sono state le decisioni nei giorni scorsi della Lega Calcio. Le società potranno sforare i rispettivi tetti, ma solo nel caso di ricapitalizzazione e di concessione di una garanzia fideiussoria. In assenza di almeno uno di questi elementi, le società che infrangono il limite saranno sanzionate per un importo non inferiore al 20% della somma in eccesso. E all’unanimità i club hanno approvato il rinvio dei pagamenti degli stipendi di Serie A per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno a partire da luglio. Con questo stratagemma, saranno caricati sul prossimo esercizio, sebbene la gran parte delle società abbiano già versato le mensilità di marzo e aprile.

L’addio di Conte all’Inter

Dicevamo, Conte e Donnarumma. L’allenatore barese non ha voluto seguire Zhang sulla strada dei tagli. La proprietà cinese punta a ridurre del 15-20% il monte-ingaggi dell’Inter. Quest’anno, si attesta sui 150 milioni di euro, a fronte di ricavi complessivi nella stagione 2019/2020 di 276 milioni. Una scelta obbligata, visto che la perdita dello scorso esercizio ha superato i 100 milioni e già nel primo semestre di quest’anno si attestava a 62,7 milioni. Nel frattempo, i debiti sono saliti a 381 milioni a fine dicembre.

Per questo, Zhang ha come obiettivo anche di registrare un attivo di 70-80 milioni con il calciomercato.

Probabile che a lasciare debba essere un big. Circola il nome di Lautaro Martinez. Destinazione Spagna? Una cosa è certa: l’addio di Conte dopo due sole stagioni sgraverà di parecchi soldi la società. Il suo stipendio netto di 13,5 milioni pesava per complessivi circa 25 milioni lordi. All’epoca della sottoscrizione del contratto, infatti, le parti non poterono beneficiare della norma inserita nel Decreto “Crescita”, che dimezza la tassazione a carico dei lavoratori che siano stati all’estero nei precedenti due anni.

Per contro, l’Inter dovrà versare una buonuscita da 7,5 milioni di euro. Rispetto ai 50 milioni risparmiati per il prossimo biennio, non così tanti. Certo, bisogna vedere se chi rimpiazzerà Conte peserà molto meno sui bilanci. Si fa il nome di Massimiliano Allegri, che nella sua ultima stagione alla Juventus guadagnava 7,5 milioni netti, cioè 15,7 milioni lordi.

Stipendi Serie A, l’ora dei tagli

In casa Milan, l’addio di Gigio è arrivato con un comunicato del direttore tecnico Paolo Maldini sul canale rossonero di Twitch. Parole di affetto per il giovane portierone, non c’è acrimonia per un matrimonio finito quando ci si aspettava che durasse persino in eterno. Ma le richieste del 22-enne sono apparse insostenibili alla società, che ha preferito evitare sin da subito l’apertura di una reale trattativa per il rinnovo. Dai 6 milioni netti a stagione, il suo procuratore Mino Raiola avrebbe chiesto un raddoppio a 12. Troppi per le casse vuote del Milan. Ed è stata smentita l’indiscrezione, secondo la quale lo stesso Raiola avrebbe preteso per sé una maxi-commissione da 20 milioni.

Grazie ai rapporti eccellenti con il Real Madrid, probabile che riesca a piazzare il suo assistito nel Barcellona, dove Ter Stegen pagherebbe per i suoi cattivi rapporti con Lionel Messi. Ma non sarà facile trovare altri club capaci di alzare significativamente i compensi, in questa fase.

Conte e Donnarumma fanno bene a guardarsi intorno alla ricerca di migliori gratificazioni economiche e sportive. Ma hanno fatto senz’altro bene anche le società milanesi a non inseguirli sulla strada dei capricci. Il mercato del calcio europeo non è oggi quello di due anni fa. La pandemia ha zavorrato i conti. La UEFA medita un salary cap continentale, l’unico che porrebbe un freno alle pretese fuori mercato di giocatori e allenatori. Non sono tempi di acquisti o rinnovi contrattuali folli. E qualcuno non lo ha ancora compreso appieno.

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