Il 25 settembre si terranno le prossime elezioni nazionali. Stando ai sondaggi, la coalizione di centro destra è molto più avanti rispetto agli altri. Un centro destra che da sempre è contrario al Reddito di cittadinanza, tanto che in molti danno per scontata la sua definitiva cancellazione.

Fin qui nulla di nuovo. La notizia che in questi giorni ha suscitato i clamori di stampa e cittadini è un’altra, e riguarda proprio l’ideatore dell’Istituto.

Alla convention che si è tenuta a Rimini, anche Luigi Di Maio sembrerebbe aver voltato le spalle al sussidio.

Non c’è nulla di male. Tale strumento, anche alla luce dei più recenti report pubblicati dagli organi competenti, forse non ha funzionato come avrebbe dovuto e, in questo caso, un ripensamento può essere anche doveroso.

Il problema è che le posizioni dello stesso Di Maio, in alcuni casi, adesso somigliano a quelle di Meloni e non solo.

Di Maio contro il Reddito di Cittadinanza? Ecco cosa ha dichiarato

Durante Meeting di Comunione e Liberazione, che si è tenuto in questi giorni a Rimini, ha ppreso la parola anche Luigi Di Maio. Fra gli altri, l’ormai ex 5 stelle ha anche detto la sua sulla questione del Reddito di Cittadinanza. Misura che può essere considerata uno dei suoi storici cavalli di battaglia.

Di Maio, in particolare, ha dichiarato di aver votato a favore della cosiddetta norma “spazza divani”, in linea con tutto il centro destra (compreso il partito della Meloni). Si tratta di una norma, inserita nella legge di conversione del decreto Aiuti, che permette ai privati di proporre ai percettori di reddito di cittadinanza una offerta di lavoro congrua (bypassando così l’operato dei centri per l’impiego e dei navigator). Anche tali proposte di lavoro, se rifiutate, potrebbero portare alla decadenza dal beneficio.

Ma non è finita qui, Di Maio ha anche dichiarato che il reddito di cittadinanza va salvaguardato “per disabili o inabili al lavoro”.

E per gli altri invece?

Alla luce di queste parole, in molti hanno accostato le sue posizioni a quelle della Meloni. Quest’ultima, lo ricordiamo, ha proposto di sostituire il reddito di cittadinanza con il reddito di solidarietà: un contributo a favore dei non occupati di età superiore a 60 anni, nonché alle famiglie con minori o persone con disabilità; non ai giovani in piana età e capacità lavorativa.

C’è da dire, però, che lo stesso Di Maio ha anche aggiunto di non voler abolire il reddito di cittadinanza ai giovani, ma che lo stesso va modificato. “Se uno abile a lavoro sta prendendo il reddito e c’è un posto di lavoro libero – ha spiegato – non può continuare a prenderlo”.