Con la conversione in legge del decreto aiuti, è stata approvata anche una norma che riguarda il reddito di cittadinanza. Norma  che è già stata ribattezzata come la “spazza divani”.

Il decreto Aiuti viene ricordato principalmente per il tanto discussa bonus 200 euro: una misura una tantum pensata per aiutare le famiglie in difficoltà economiche a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia e delle materie. Impennata causata, principalmente, dall’attuale conflitto in Ucraina.

Ad ogni modo, durante la fase di conversione, sono state varate misura anche di altro tipo.

La norma spazza divani, in particolare, apporta alcune significative modifiche all’Istituto del Reddito di cittadinanza. Modifiche che, come è facilmente intuibile dal nome, vanno in senso restrittivo, e che potrebbero portare alla cancellazione anticipata del sussidio. Vediamo meglio di cosa si tratta e come è possibile perdere il beneficio da adesso.

Reddito di cittadinanza, le offerte dei privati saranno considerate “congrue”

Come già detto in apertura, con la conversione in legge del decreto Aiuti è stata istituita una nuova modifica all’Istituto del reddito di cittadinanza.

La norma spazza divani (così è stata ribattezzata da alcuni esponenti del centro destra, tra i promotori di questo provvedimento), permetterà ai privati di proporre ai percettori di reddito di cittadinanza la propria offerta di lavoro.

In particolare, all’articolo 34 – bis del medesimo decreto si precisa che “i datori di lavoro privati possono proporre offerte di lavoro congrue, salvo comunicarne l’eventuale mancata accettazione al centro per l’impiego competente, anche ai fini della decadenza del beneficio”.

Si tratta di un provvedimento apprezzato un po’ da tutti i partiti di destra e sinistra, ad eccezione, come era prevedibile, del Movimento 5 Stelle.

Con questa norma, sostanzialmente, si spera che l’incontro tra domanda e offerta di lavoro per i percettori di reddito di cittadinanza possa diventare più celere.

La deputata della Lega Rebecca Frassini, prima firmataria del provvedimento e membro della commissione Bilancio alla Camera, ha dichiarato quanto segue:

“Spesso chi percepisce il reddito di cittadinanza ha dimostrato, in questi anni, di non aver voglia di lavorare e tutto questo si ripercuote sulla nostra già fragile economia.

Con questa norma, è stato dato un primo colpo alla misura voluta dai grillini”.