Chi non ha mai sognato di vivere almeno un giorno della sua vita come un nababbo, servito, riverito e in un contesto lussuoso? Il mercato non disdegna di realizzare tale velleità, ma le soluzioni non sono generalmente alla portata delle tasche ordinarie. Invece, nella capitale del Vietnam ha da poco aperto il Dolce Hanoi Golden Lake Hotel, un albergo così lussuoso da essere tutto placcato in oro. Per costruirlo ci sono voluti 11 anni ed è stato realizzato da Hoa Bing Group, mentre opererà sotto il brand di American Wyndham Hotels.

E’ costato in tutto 200 milioni di dollari, una cifra mostruosa per un albergo da 400 camere, sebbene non così eccessiva, se pensiamo che per l’appunto vi si trova tutto in oro. Le pareti esterne sono di ceramica dorata per tutti gli oltre 5.000 metri quadrati, mentre all’interno si trova in metallo di ogni, dalla sala d’ingresso alla piscina, passando per il WC e la vasca da bagno nelle camere.

Il sito reclamizza che tutto sarebbe in oro, persino le tazzine per il caffè. E se vi starete chiedendo quanto vi costerebbe alloggiare qui per qualche giorno, la vera sorpresa positiva arriva adesso: pernottamenti a partire dai 250 dollari, qualcosa come 200 euro al cambio attuale. Com’è possibile? La proprietà punta ad attirare non solo i super-ricchi, ma anche semplicemente i benestanti locali. E spiega che il costo relativamente basso per la costruzione dell’albergo è stato reso possibile dall’impiego di manodopera locale, nonché dalla disponibilità nel gruppo di una miniera d’oro.

L’inaugurazione è avvenuta poche settimane fa, in piena emergenza pandemia, tant’è che le presenze iniziali non sono state così alte, data la bassa mobilità internazionale in questa fase. Ma l’albergo non dispera e ritiene che le cose gli andranno molto meglio dall’anno prossimo.

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I passi da gigante del Vietnam

Potremmo trovare una simile offerta un po’ estrosa, al limite della moralità per i benpensanti, ma s’insinua in un processo di sviluppo dell’economia vietnamita a rapidi passi.

Il pil è crescuto qui dell’88% in 10 anni, quello pro-capite è raddoppiato a oltre 2.500 dollari l’anno. Pur restando ancora molto bassi, i redditi stanno aumentando di anno in anno, anche perché i lavoratori locali fanno sempre più concorrenza a quelli cinesi. Basti pensare alla forza di attrazione che qui ha il settore tessile rispetto al Dragone asiatico. E contrariamente a Pechino, Hanoi ha sviluppato ottime relazioni commerciali e diplomatiche con gli USA, l’acerrimo nemico di mezzo secolo fa. Insperato qualche decennio fa, con il presidente Donald Trump ad avere lodato il paese come esempio di amicizia possibile tra due popoli dopo una pur sanguinosa guerra.

Lo sviluppo del Vietnam è essenzialmente trainato dalle esportazioni. Nell’arco di appena 10 anni, è riuscito a passare da un disavanzo della bilancia commerciale superiore all’11% del pil a un avanzo nell’ordine del 3%. In effetti, le esportazioni adesso valgono più di tutto il pil, mentre non arrivavano al 65% nel 2010. Il turismo incide per circa il 10% dell’intera economia, pur riducendosi il suo peso per il maggiore tasso di crescita di altri comparti. Ad ogni modo, insieme ai viaggi hanno fruttato al Vietnam 31,5 miliardi nel 2019. Un’offerta come quella dell’albergo tutto placcato in oro contribuirebbe ad attirare nuovi flussi turistici tra i redditi medio-alti e alti. E la falsa partenza di luglio non inficia le prospettive luccicanti, anche perché dopo il Covid e le forti tensioni USA-Cina, Hanoi può sperare credibilmente di divenire una nuova metà per i turisti d’affari, tra i quali molti non ci penserebbero due volte a farsi un bagno in una vasca d’oro.

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