Secondo Federdistribuzione, i cui associati fatturano ogni anno 65 miliardi di euro, nei giorni di massima emergenza Covid, gli italiani avrebbero effettuato pagamenti elettronici per il 68% dei casi, in netto rialzo dal 57% medio del 2019. Un balzo, che equivale ad anni e anni di crescita nel Bel Paese, dove l’affezione ai contanti resta alta, specie per i pagamenti di importo minore. La molla principale che ha spinto più persone a pagare con carta è stata di tipo sanitaria. Molti hanno temuto e continuano a temere i rischi derivanti dal maneggiare il denaro contante, per cui preferiscono optare per la soluzione digitale.

Pagamenti elettronici, le realtà che puntano sul digitale sperano nella lotta al cash

Una delle principali seccature quando non si paga in contanti riguarda la digitazione del PIN. Il codice di 5 cifre deve, anzitutto, essere memorizzato o almeno visualizzato su un pezzo di carta che ci portiamo appresso, quest’ultima opzione sconsigliata per il rischio che finisca in mani sbagliate. Tuttavia, fino a 25 euro si possono effettuare i cosiddetti pagamenti elettronici “contactless”.

I rischi dei pagamenti senza PIN

Parliamo della possibilità di pagare con carta o anche da un dispositivo mobile senza la necessità di digitare il PIN. Per capire se la carta di credito o bancomat che avete in tasca consenta una simile opportunità, bisogna verificare se in essa compare l’immagine del wi-fi. In effetti, il contactless utilizza una tecnologia Near Field Communication, che si basa su un chip wireless contenente i dati della carta di pagamento dell’utente. Esso può essere presente su una carta o su smartphone.

Pagare senza digitare il PIN è comodo, immediato, preferito dallo stesso esercente o cassiere, perché fa risparmiare tempo e non bisogna conteggiare alcunché. Eppure, comporta anche qualche rischio dal quale sarebbe bene proteggersi. Per prima cosa, se la carta o lo smartphone si trovasse troppo vicino ad un POS, esiste la possibilità che per errore paghiate l’addebito di qualcun altro, magari appena dietro di voi in fila alla cassa.

E chissà che questi non ne approfitti anche per intercettare i vostri dati e utilizzarli per effettuare pagamenti in un secondo momento.

Le cautele da adottare

Per questo, vi consigliamo sempre di tenere la carta in un’apposita custodia, così da evitare che la tecnologia NFC giochi qualche brutto scherzo. E se il metodo di pagamento è lo smartphone, vi basterà bloccarlo con il PIN per quando non sia in uso. In questo modo, l’NFC non può agire, a meno che mentre siate in prossimità di un POS non stiate maneggiando il cellulare, per cui esso nei fatti risulti sbloccato e la tecnologia libera di agire allo scopo per cui è nata.

E, soprattutto, evitate più che mai di smarrire la carta o lo smartphone dotati di NFC. E’ vero che potete sempre bloccare la prima recandovi in banca e denunciandone il furto o lo smarrimento, ma tenete presente che esiste sempre il serio rischio che dal momento in cui ne perdete il possesso a quello in cui la banca bloccherà la carta, qualche mal intenzionato ne approfitti per effettuare pagamenti di bassi importi unitari, ma pur sempre a discapito del vostro credito disponibile.

Per questo, vi suggeriamo, infine, di controllare costantemente l’estratto conto per visualizzare eventuali addebiti sospetti, anche di pochi euro, ma sarebbe il segnale che o qualcuno vi ha rubato i dati o accidentalmente qualche pagamento è avvenuto indebitamente. Le operazioni contacless sono comode, basta solo quel pizzico di accortezza necessaria a evitare grane.

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