Milan e Inter hanno presentato al Comune di Milano il “Progetto di Fattibilità Tecnico Economica” per la costruzione del nuovo stadio nell’area di San Siro, lo stesso quartiere in cui sorge l’impianto attuale di proprietà del comune e usufruito da entrambe le società di calcio della città. L’idea, contenuta in 750 pagine, sarebbe di costruire un “distretto dell’entertainment”, cioè di circondare il nuovo stadio di cinema, ristoranti e centri commerciali per trasformare il quartiere e offrire al tifoso un’esperienza più complessiva di intrattenimento.

Da Palazzo Marino si nota come il progetto sia corposo e una valutazione potrà avvenire solo dopo attenta lettura dei dettagli da parte del personale tecnico. Scherzando, all’atto della presentazione, il presidente rossonero Paolo Scaroni ha dichiarato che “Qua siamo a Milano, non in Italia. E le cose si fanno”.

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Lo stadio di proprietà sarebbe un salto di qualità per due società, che si sono distinte negli ultimi anni per il maggiore afflusso di tifosi agli spalti di tutta la Serie A. La stagione 2018/2019 ha esitato presenze medie per gara pari a 61.423 nel caso dell’Inter e a 54.651 del Milan, rispettivamente prima e seconda nel campionato. I ricavi da stadio, compresi gli abbonamenti e limitandosi alle sole 19 gare casalinghe relative alla Serie A, ammontano a circa 35 milioni all’anno per ciascuna delle due squadre. In tutto, quindi, lo stadio Meazza esita ricavi non inferiori ai 70 milioni a stagione per le sole partite del campionato italiano. Il dato s’impenna, se si considerano le gare di Champions League, di Europa League e di Coppa Italia.

Anche meno di 10 anni per rientrare nell’investimento

Se ci limitassimo alla Serie A, dedurremmo che ci vorrebbero circa 17 anni per recuperare l’investimento. Facendo due conti, ogni posto a sedere allo stadio Meazza di San Siro rende oggi la media di circa 875 euro all’anno, considerando che l’impianto dispone di ben 80.000 posti.

Il nuovo stadio, tuttavia, sarebbe ridotto a 60.000 posti, comunque nettamente superiori ai poco più di 40.000 dell’Allianz Stadium della Juventus. A parità di ricavi, il rendimento salirebbe sui 1.165 euro, sempre escludendo le partite diverse da quelle di Serie A.

Si consideri che, una volta tenuto a battesimo, il nuovo impianto godrebbe con ogni probabilità di uno sponsor per i diritti del naming, il quale contribuirebbe a velocizzare il rientro nell’investimento per le due società. E i ricavi per ciascuna gara casalinga di Champions disputata dalla Juventus fruttano ormai fin sopra i 5 milioni di euro, un dato che segnalerebbe le elevate potenzialità dei due club, nel caso in cui tornassero entrambi a fare risultato anche in Europa. Il discorso vale particolarmente per il Milan, escluso per la prossima stagione dall’Europa League. In definitiva, gli 1,2 miliardi segnalati nel progetto come costo dell’investimento, sempre che non venga parzialmente sostenuto anche da soggetti terzi e intenti a partecipare al business dell’entertainment, verrebbero recuperati anche nel giro di un quindicennio o meno.

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Infine, le politiche dei prezzi praticate da Inter e Milan appaiono ancora oggi molto popolari, se si considerano i costi ben più alti sostenuti dai tifosi bianconeri. Riducendo la capienza, anche a parità di domanda, la società nerazzurra potrebbe permettersi dal canto suo di alzare i prezzi sia dei biglietti che degli abbonamenti, ma lo stesso farebbe il Milan, nel caso in cui fosse capace di rilanciarsi, esibendo già oggi numeri agli spalti secondi solo a quelli dei cugini dell’altra metà della città. La sola Juventus, ad esempio, quest’anno ha chiuso con ricavi allo stadio a circa 71,5 milioni.

Moltiplicando per due, i club milanesi avrebbero tutte le potenzialità per rientrare nell’investimento anche prima dei 10 anni. E sarebbe un clamoroso successo.

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