Nikola Kalinic non è più un giocatore rossonero. Il Milan ha formalizzato la cessione all’Atletico Madrid nella serata di ieri. L’addio del croato dopo una sola stagione è arrivato per una cifra di poco inferiore ai 15 milioni di euro. La cessione sarebbe avvenuta a titolo definitivo e non con la formula del prestito con obbligo di riscatto, come avrebbe desiderato il club spagnolo. La cifra della vendita non è stata in sé casuale. Lo scorso anno, la Fiorentina lo aveva mandato a Milano per 5 milioni di prestito oneroso e 20 milioni da sborsare quest’anno.

Considerato che il contratto siglato fosse quadriennale, il Milan ha a bilancio Kalinic a un valore di carico pari proprio al prezzo concordato per la cessione di ieri, potendo chiudere l’operazione senza dovere iscrivere alcuna minusvalenza. In più, si sarà liberato di un ingaggio pari a 6,48 milioni di euro lordi a stagione, oltre che di un ammortamento da 5 milioni a stagione.

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E il croato non è l’unico ad andare via da Milanello. Lo svizzero Ricardo Rodriguez dovrebbe essere ceduto all’Arsenal, che complice l’infortunio di Sead Kolasinac, il quale potrebbe non giocare fino a ottobre, avrebbe drizzato le antenne sull’attaccante rossonero, anch’egli entrato nella rosa del Milan solamente un anno fa per 18 milioni di euro pagati al Wolfsburg e con contratto quadriennale. Vediamo se il club inglese sarà disposto a mettere sul piatto la cifra di 34 milioni pretesa da Leonardo per sbarazzarsi del difensore, apparentemente elevata per le prestazioni esibite nell’ultima stagione. A conti fatti, una cessione per questo importo frutterebbe al Milan una plusvalenza intorno alla ventina di milioni di euro, oltre che una minore massa salariale per quasi 8,5 milioni di euro tra ingaggio lordo e ammortamento.

Così Kalinic e Rodriguez finanziano Higuain

Riepilogando: Kalinic è stato appena venduto per 15 milioni, stesso valore residuale a bilancio, ma consentendo alla nuova dirigenza rossonera di risparmiare 11,5 milioni tra ingaggio e ammortamento.

Rodriguez, invece, verrebbe piazzato all’Arsenal con una plusvalenza fino a 20 milioni e risparmi a bilancio per altri quasi 8,5 milioni. In tutto, le due cessioni allevierebbero i conti del club per quasi una quarantina di milioni, finanziando buona parte dell’acquisto di Gonzalo Higuain, avvenuto con la formula del prestito con obbligo di riscatto per 18 milioni subito, a cui aggiungere 36 milioni nel momento del riscatto. L’argentino ha anche spuntato un ingaggio netto di 9,5 milioni per la prima stagione e di 10 milioni per le restanti due. Al lordo, il Milan pagherà sui 16,7 milioni il primo anno e 17,5 per secondo e terzo anno.

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L’eventuale plusvalenza ottenuta grazie alla cessione di Rodriguez finanzierebbe per intero il prestito iniziale, mentre il minore costo legato ai salari per i due addii coprirebbe lo stipendio dell’attaccante argentino. E non potrebbe essere altrimenti. Il Milan ha evitato in extremis l’umiliazione dell’esclusione dall’Europa League, ma resta condannato per la violazione del “fair play finanziario”, anche se la UEFA dovrà rendere note le nuove sanzioni. Esse consisteranno sostanzialmente nell’imporre un tetto agli ingaggi e/o nel limitare le prossime finestre di calciomercato, obbligando la società a chiuderle con saldo nullo o positivo. Di certo c’è che l’umore tra i tifosi sembra essere volato con il ritorno di Leonardo come direttore tecnico e Paolo Maldini in qualità di direttore sviluppo strategico area sport. Il Milan aveva bisogno anche di rilanciare la propria immagine dopo un anno penosamente trascorso a rincorrere i bonifici dell’ex titolare cinese, presunto magnate e probabile squattrinato.

Ma quello è ormai un brutto ricordo; adesso in conferenza stampa si presenta un boss del calibro di Paolo Scaroni.

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