Se vi dicessimo che la migliore performance registrata negli ultimi sei mesi contro il dollaro è stata segnata da una valuta emergente? In sé nulla di così clamoroso, anche se stavolta sorprende quale sia. Si è trattato di un boom del 33% dai minimi di novembre. E la palma d’oro appartiene al cedi, emesso dal Ghana. Stiamo parlando di un’economia abbastanza povera dell’Africa occidentale con un PIL pro-capite di 2.500 dollari. A novembre, il cambio era schizzato fino al record storico di 14,80, perdendo circa il 60% su base annua.

Il crollo non era stato casuale. Il governo di Accra è in default sin dal 2021, quando non iniziò a pagare i debiti contratti in valuta locale. L’anno scorso è stata la volta dei bond in valute straniere.

Il Ghana è principale produttore di cacao, ma con la pandemia ha visto ribaltare le sue sorti tra restrizioni anti-Covid e successivamente aumento dei prezzi delle derrate alimentari importate per via della guerra tra Russia e Ucraina. Un fenomeno che ha riguardato molte economie di Africa e Asia. Sembra strano, dunque, che adesso la valuta emergente sia rimbalzata così tanto. Il boom ha a che vedere con il Fondo Monetario Internazionale (FMI). L’anno scorso, aveva stanziato 3 miliardi di dollari a favore del paese africano. Fino ad oggi, però, non è stata sborsata neppure la prima tranche.

Le cose starebbero evolvendosi favorevolmente al Ghana. Il governo ha annunciato l’esborso “imminente” dei primi 600 milioni. In assenza di una conferma ufficiale da parte dell’istituto di Washington, i mercati restano ottimisti. Le parti avrebbero raggiunto un accordo sulle riforme da adottare per risanare l’economia e i conti pubblici. Tra l’altro, l’FMI ha sollecitato nelle settimane scorse la previa rinegoziazione dei bond in valuta locale, una novità nella policy dell’ente.

Valuta emergente sale per ottimismo su accordo con FMI

L’arrivo della prima tranche consentirebbe alla banca centrale di rimpinguare le riserve valutarie, dimezzatesi dai massimi toccati nell’agosto del 2021.

Essa ha dovuto attingervi per arrestare il crollo della valuta emergente. D’altra parte, il peggio è stato evitato da una bilancia commerciale in attivo, che contribuisce positivamente ai livelli delle riserve. L’ottimismo degli investitori ha consentito un forte recupero anche dei bond, direttamente colpiti dal default. Ad esempio, il bond in dollari con scadenza nel febbraio 2027 è salito da meno di 30 a più di 40 centesimi in sei mesi. Ha segnato, quindi, un apprezzamento del 25% e il suo rendimento è sceso al 40,50%. Bene anche il bond ottobre 2030, passato da 63 a quasi 70 centesimi nello stesso frangente. In questo caso, il rialzo è stato nell’ordine del 10%.

L’FMI punta ad imporre forti perdite ai creditori privati. I numeri parlano chiaro. Il 70% delle entrate statali serve a pagare gli interessi sul debito. Questi sono in media del 9,4% per i titoli in valuta straniera e del 21,5% per quelli in cedi. Il debito pubblico ghanese non è sostenibile a queste condizioni. La ristrutturazione consentirebbe ad Accra di risparmiare preziosi punti di PIL da destinare al risanamento fiscale ed eventualmente anche al potenziamento degli investimenti pubblici per stimolare la crescita economica di medio-lungo periodo. E’ per questo che la valuta emergente sta apprezzandosi con così grande forza negli ultimi mesi.

Resta il fatto che segni -50% da inizio pandemia. Il segno che la debolezza rimane e non potrebbe essere altrimenti con un’inflazione ancora sopra il 40%, capitali in fuga e accordo da trovare con gli obbligazionisti per ristrutturare i bond. A tale proposito, il paese sta puntando sul Common Framework del G20, una misura sollecitata dall’FMI e che prevede una sorta di coordinamento tra Club di Parigi e Cina, quest’ultima oramai principale creditrice tra le economie emergenti.

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