Sono due grandi aziende, eppure da tempo offrono uno spettacolo poco edificante. Se i panni sporchi si lavano in famiglia, non si può dire che lo stiano facendo Mediaset e Magnolia, che nelle ultime settimane si stanno tirando gli stracci in diretta TV, lasciando di stucco persino gli addetti ai lavori, oltre che i telespettatori. Ma di cosa parliamo? Magnolia è una società per azioni fondata nel 2001 da Giorgio Gori, attuale sindaco di Bergamo, appena trafitto da Attilio Fontana (Lega) alle elezioni regionali in Lombardia con 20 punti percentuali di distacco.

Si tratta di una casa di produzione di contenuti televisivi. In pratica, idea e vende tra i più noti programmi della TV italiana, come MasterChef, Piazza Pulita, L’Eredità, Bake Off, L’Isola dei Famosi, etc.

E proprio L’Isola dei Famosi è diventato il teatro in cui sono esplosi i conflitti latenti da anni tra Cologno Monzese e la società fondata da un suo ex dirigente. Cos’è successo? Uno dei concorrenti del reality, l’ex tronista di Uomini e Donne, Francesco Monte, è stato accusato da un’altra concorrente, l’ex pornostar Eva Henger, di avere fatto uso intensivo di marijuana in albergo, prima che iniziasse il programma. Il cosiddetto “canna-gate” è diventato il tema di svariate puntate dello show, tenendo banco dalla mattina alla sera in diversi programmi della stessa Mediaset. In Honduras, dove si trova l’isola in cui si svolge il reality, anche il consumo di droghe per uso personale sarebbe punito con il carcere, per cui il caso ha avuto ripercussioni sulla credibilità della produzione (Magnolia, appunto), accusata da Striscia La Notizia, programma di punta pre-serale di Canale 5, di non essere stata in grado né di tutelare i concorrenti, né di fornire le immagini che ritraevano Monte mentre fumava canne. Insomma, è stata messa in dubbio la credibilità di Magnolia.

Mediaset-Vivemndi, futuro di TIM appeso alla vittoria di Berlusconi

Il punto è che il marito della Henger, tale Massimiliano Caroletti, sostiene che la moglie sia stata indotta proprio dai produttori a svelare in diretta TV l’uso di canne da parte dell’altro concorrente, il quale era, peraltro, un papabile vincitore e tra i volti su cui Mediaset puntava per sostenere gli ascolti. Dopo il caso, per ragioni anche di sicurezza (avrebbe rischiato l’arresto?), ha dovuto lasciare l’isola e dire addio alla 13-esima edizione. Che cosa c’è dietro a uno scandalo, che sembra essere stato montato ad arte e che apparentemente dovrebbe restare confinato al trash del digitale terrestre?

Le lotte intestine tra Mediaset e Magnolia

Per capirlo, basterebbe avere seguito persino solo la sigla de L’Isola, con un fotogramma del direttore di Canale 5, Giancarlo Scheri, ritratto con il corpo di giraffa e le orecchie di coniglio, uno scherno da parte di Magnolia ai danni di uno dei massimi dirigenti di Mediaset e, soprattutto, un attacco così palese da lasciare a bocca aperta. Ma come mai queste tensioni? Diciamo subito che non sono le prime tra le due aziende. Nel 2015, si verificò un episodio con strascichi legali. Con due giorni di anticipo, Striscia La Notizia, programma di Antonio Ricci, svelò il nome del vincitore della quarta edizione di MasterChef, ossia Stefano Calegaro. La puntata registrata sarebbe andata in onda, infatti, solo un paio di giorni dopo. Il danno alla trasmissione fu enorme, perché la suspense tra il pubblico venne meno. Non solo, ma il programma della rete ammiraglia Mediaset accusò il vincitore di essere un cuoco professionista, nel quale caso non avrebbe potuto partecipare al programma di cucina. Magnolia si rifiutò di pagargli il premio di 100.000 euro, ma solo un paio di mesi fa il giudice ha accertato che il Calegaro non fosse un cuoco professionista, obbligando la casa di produzione a corrispondergli il premio.

Semplice vendetta di Magnolia? Può darsi, ma ci sarebbe di più. La produzione avrebbe in mente di riportare il programma su Rai Due, affidandolo alla conduzione di Simona Ventura, che lo rese celebre, oppure di Amadeus. Del perché di questo ritorno in Viale Mazzini non sappiamo con certezza, ma chissà che non c’entrino anche risentimenti “familiari”. Gori, che pure formalmente si è dimesso dalla presidenza di Magnolia per darsi alla politica, è sposato con Cristina Parodi, ex volto di punta del TG 5, ma che da anni lavora in Rai. Insieme alla sorella Barbara sta conducendo senza successo la striscia pomeridiana della domenica sul primo canale, battuto facilmente da Domenica Live di Barbara d’Urso. Che forse Gori si sia indisposto e la sua residua influenza sulla società lo abbia spinto a convincere gli ex soci a tagliare ogni rapporto con Mediaset? Si consideri che persino la Corrida andrà in onda su Rai Uno e sarà condotta da Carlo Conti. E’ stata per molto tempo programma del sabato sera di Canale 5, fino alla fine degli anni Novanta con l’indimenticabile Corrado e successivamente condotto da Gerry Scotti e, infine, da Flavio Insinna sino all’ultima edizione del 2011.

Il segno dei tempi

Insomma, stiamo assistendo a un divorzio in piena regola e traumatico tra due società, che sembravano destinate ad andare d’accordo ancora a lungo. Un colpo al rapporto lo avrà assestato il passaggio al digitale terrestre, che ha reciso la dipendenza di Magnolia verso Mediaset, avendo la prima la possibilità oggi di produrre numerosi programmi per le reti minori e tutti riscuotendo un certo successo, come i casi esemplari di MasterChef e Bake-Off dimostrano. Anche questo segna la fine di un’epoca, quella in cui il Biscione la faceva da padrone assoluto nel panorama televisivo nazionale. Dieci anni fa sarebbe stato impossibile immaginare che un produttore di livello avrebbe abbandonato (e in maniera così polemica) la sua collaborazione con un gigante come Mediaset.

All’infuori di Cologno Monzese non avrebbe trovato parecchia vita, se non qualche spazio presso la TV pubblica.

Certo è che senza L’Isola, la rete ammiraglia del principale gruppo televisivo privato perderà una trasmissione di punta, che dovrà essere rimpiazzata con un’offerta altrettanto allettante in termini di share. E già ritorna l’edizione ordinaria del Grande Fratello, quella con inquilini sconosciuti dentro la casa. Poche idee, tuttavia, che rendono la società della famiglia Berlusconi poco originale e innovativa. Sarà anche per questo che il titolo perde quest’anno il 4,6% e che i 10 euro ancora visibili a Piazza Affari nel 2005 appaiono ormai un miraggio (siamo poco sopra i 3 euro). Le scorrerie tentate dalla francese Vivendi e oggetto di una causa legale miliardaria intentata da Fininvest segnalerebbero proprio il potenziale percepito dal mercato di una realtà, che negli ultimi anni sembra avere perso il suo spirito di innovazione che ne consacrò il successo fino a un quindicennio fa.

Perché Mediaset crolla, Telecom guadagna e il fattore Salvini

[email protected]