La lettura del testamento di Silvio Berlusconi ha confermato al timone di Fininvest i figli Marina e Pier Silvio. Assieme raggiungono il 53% del capitale, riuscendo ad amministrare da soli la holding senza alcuna necessità di condividerne la gestione con i tre fratelli minori di secondo letto: Barbara, Eleonora e Luigi. Pier Silvio è diventato, in particolare, l’erede principale del patrimonio. Da amministratore delegato di Mediaset, è saldamente a capo del gruppo televisivo. Forse anche per mettere in chiaro di essere il capo a tutti gli effetti, ha dato vita a una piccola rivoluzione a Cologno Monzese, che ogni giorno di arricchisce di novità e dettagli interessanti per il pubblico e non solo.

Pier Silvio contro TV trash

I casi più eclatanti riguardano il “licenziamento” di volti popolarissimi come Barbara d’Urso e Belen Rodriguez. La prima non rientra nei palinsesti per la prossima stagione dopo avere spadroneggiato per circa un quindicennio, arrivando a condurre contemporaneamente quattro trasmissioni. I media sentenziano che il suo esautoramento sarebbe legato alla volontà di Pier Silvio di ridurre il trash in Mediaset. A torto o a ragione, la regina dell’intrattenimento è stata identificata proprio con esso, il cui significato a voler essere onesti ci sembra tutt’altro che chiaro.

Una trasmissione popolare sarebbe trash? Se così, la TV commerciale non esisterebbe nemmeno. E’ compito della TV di stato mandare in onda prodotti tesi ad accrescere il carattere in-formativo e critico dei telespettatori. Può questo richiede il pagamento del canone Rai. La TV commerciale vive di pubblicità, cioè di ascolti. E questi generalmente non premiano le trasmissioni a carattere culturale. Ergo, se azzerassimo quelli che la gente un po’ chic ritiene essere trash, non avremmo alcuna alternativa a Viale Mazzini. Un po’ come fino agli anni Settanta, quando si andava a letto presto per l’offerta di poche trasmissioni e per giunta noiose.

Azioni in borsa +10% in un mese

Detto ciò, Pier Silvio non si starebbe spingendo fino al punto di trasformare Mediaset in una seconda Rai. Per fortuna. E’ un imprenditore e capisce le esigenze del pubblico. La sua rivoluzione punta ad eliminare quei tratti più estremi degli ultimi anni, caratterizzati dall’offerta di prodotti qualitativamente dubbi, tra ospitate non eccelse, linguaggio scurrile e comportamenti volgari. Per questo avrebbe già bocciato una prima lista di concorrenti per la nuova edizione del Grande Fratello Vip, sottoposta alla sua attenzione dal conduttore Alfonso Signorini. I reality resteranno in onda. Anzi, Temptation Island raddoppia con un’edizione invernale. Insomma, non sarà la fine dell’intrattenimento, solo l’inizio di una stagione in cui davanti alle telecamere sarà richiesto a tutti di darsi una regolata.

Non potranno comparire negli schermi in Mediaset influencer e vip di OnlyFans. Tendenzialmente in TV dovranno andare coloro che abbiano un “mestiere” alle spalle, non che sgomitino per andare in onda senza sapere fare nulla. Il nuovo corso di Pier Silvio sembra convincere il mercato. Ricordiamoci che un’azienda risponde solo ad esso, non ai moralizzatori di turno. E le azioni Mediaset segnano +10% dalla morte dell’ex premier, quasi a benedire il passaggio ufficiale di consegne. E questo, nonostante il titolo abbia perso appeal speculativo dopo il testamento. Fininvest è e resta socio di controllo del gruppo televisivo.

Più calcio in Mediaset?

A fronte di minore trash, Mediaset potrebbe diventare il riferimento per i tifosi di calcio. Come? Acquisendo i diritti TV per trasmettere la partita di sabato della Serie A, oltre che mantenendo quelli per Coppa e Supercoppa italiana. L’idea di Pier Silvio sarebbe di mandare in onda le gare di campionato su Italia 1. E’ in trattative con la Lega di Serie A, così come Sky e Dazn.

Il problema rimane la distanza della pretesa economica tra le parti. Se la spuntasse, la Serie A si potrebbe almeno in parte seguire in chiaro, cioè sul digitale terrestre senza spendere un euro. Più facile che Mediaset riesca ad aggiudicarsi anche per le stagioni 2024/2027 Coppa e Supercoppa. Importo minimo richiesto: 62 milioni. Per il triennio 2021/2024, Pier Silvio ha speso 48 milioni.

Il formato della Supercoppa, però, cambia. Ci saranno tre gare, disputate in tre giornate differenti tra le prime due squadre in classifica di Serie A e le finaliste di Coppa Italia. La scommessa di Mediaset di arricchire la sua offerta sportiva può portare fatturato e utili al gruppo. Pier Silvio confida, evidentemente, che volti nuovi a rimpiazzo di quelli passati siano capaci di reggere gli ascolti. Solo così la riduzione del trash non farebbe male al portafogli. E le azioni in borsa sembrano predire questo.

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