Molti ne parlano, ma pochi sanno come funziona veramente. Non è neppure un vero social a tutti gli effetti, dato che esiste sin dal 2016, pur essendo divenuto popolarissimo in pandemia. Si chiama OnlyFans ed è diventata una gallina dalle uova d’oro per il suo proprietario, l’imprenditore 40-enne ucraino Leonid Radvinsky, che vive in Florida, negli Stati Uniti. Egli risulta essere socio unico della società che gestisce il social. Sta intascando ogni mese ben 45 milioni di dollari a titolo di dividendo.

E il business è in fortissima espansione.

Numeri del social anche in espansione

Lo scorso anno i ricavi generati da OnlyFans sarebbero stati 2,5 miliardi di dollari. Ma questa è solo la quota del 20% che va alla società, dato che l’80% è trattenuto dai “content creators”, cioè letteralmente i creatori di contenuti, vale a dire coloro che postano immagini, video e altro. Già, perché qui non siamo su Facebook o Instagram. Chi posta, riceve denaro. Da chi? Dagli utenti iscritti e che desiderano seguire un dato personaggio.

Se avete sentire parlare di OnlyFans, con ogni probabilità collegherete il suo nome ad un sito per adulti. A rigore non lo sarebbe, ma nei fatti è così. Fuor di metafora, sono i contenuti espliciti ad attirare iscrizioni e abbonamenti, nonché a generare il giro d’affari più cospicuo. I “content creators” sono 2,1 milioni, a fronte di una platea di utenti registrati pari a 190 milioni. Tuttavia, il numero di questi ultimi tende a crescere al ritmo di 500.000 al giorno.

Come funziona

Come funziona OnlyFans? Decidi di iscriverti in qualità o di chi crea contenuti o di utente semplice. In ogni caso, bisogna possedere la maggiore età. Tu proponi un certo tipo di contenuti, da semplici esibizioni musicali a lezioni di qualcosa, passando per la pubblicazione di immagini di nudo e a carattere sessuale, ecc. Gli utenti che decidono di abbonarsi al tuo profilo pagano una quota mensile di sottoscrizione.

E’ il creatore di contenuti a decidere quale somma debba essere. In genere, se si è anonimi e alle prime armi, si fissano importi contenuti, di pochi dollari.

I ricavi vanno per l’80% a chi posta e per il restante 20% alla società. In questo modo, OnlyFans paga gli stipendi a quella sessantina di dipendenti che aveva nel settembre scorso, nonché per il mantenimento del sito e la copertura di ogni altro tipo di costo. In media, ogni creatore di contenuti ha 21 abbonati per una tariffa di 7,20 dollari al mese. Sembrano numeri risibili, ma il fatto è che i ricavi sono fortemente concentrati. In effetti, per un terzo vanno all’1% dei creatori di contenuti. E a fronte di una media di 151 dollari al mese incassati, i più fortunati arrivano a guadagnare fino a 30 milioni di dollari all’anno.

OnlyFans, non solo contenuti per adulti

Perché questa associazione mentale tra OnlyFans e pornografia? Come dicevamo, sono i contenuti espliciti a generare il vero business. Ci sono tante modelle e attrici porno che riservano ai propri abbonati video e immagini sessuali, ma anche più semplicemente chat. Pensate che coloro che hanno migliaia di abbonati, decidono di affidare le conversazioni a società esterne, le quali impiegano personale pagato per chattare con tizio o caio al posto di sempronio.

Chissà se i fratelli Stokely dell’Essex, Inghilterra, si stiano mordendo le mani. Insieme alla madre avevano creato e gestito OnlyFans nel 2016, sebbene il social sia decollato solamente nel 2018, quando decisero di vendere a Radvinsky. Questo era già un imprenditore attivo, insieme alla moglie, nel settore della pornografia con la gestione di diversi siti. Non solo il social si è rivelato un successo, ma il business sembra ancora in fase di lancio. Gli utenti e i creatori di contenuti sono per la gran parte americani.

L’espansione nel resto del mondo è solo agli inizi. In Italia, ad esempio, mesi fa si era speculato sul possibile ingresso di influencer come Chiara Ferragni. Sarebbe un salto di qualità per allargare la platea degli iscritti e attirare creatori di contenuti all’infuori del suo – diciamo – “core” business.

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