La Russia è passata dalle minacce ai fatti. La scorsa settimana, ha tagliato le forniture di gas a mezza Europa e, in particolare, a Germania e Italia con riduzioni tra il 50% e i due terzi. Lo ha fatto in una fase cruciale per l’accumulo di scorte nel Vecchio Continente, che tipicamente avviene nel periodo estivo e in previsione della stagione fredda. L’impatto sarà duro. Il ministro dell’Economia e alla Protezione ambientale tedesco, Robert Habeck, ha invitato i tedeschi a prepararsi a un inverno con “case più fredde”.

Ovunque si parla di razionamento energetico. Finora, la Russia ha potuto fare il bello e il cattivo tempo su gas e petrolio, spalleggiata da Cina e India per mero interesse.

Cina e India beffano l’Europa sul petrolio

Se nei giorni scorsi vi abbiamo dato la notizia di come Nuova Delhi stia rimpiazzando l’Europa sulle importazioni di petrolio russo, questa settimana sono usciti numeri interessanti anche sulla Cina. A maggio, Pechino ha acquistato dal vicino quasi 300.000 barili al giorno di greggio in più rispetto ad aprile, scalzando l’Arabia Saudita come primo fornitore. La Russia ha così registrato un balzo delle esportazioni verso la Cina del 55% su base annua a una media di 1,98 milioni di barili al giorno. A seguire vi sono stati i sauditi con 1,84 milioni.

Nel 2021, la Cina ha importato la media di 9,6 milioni di barili al giorno, di cui 1,6 milioni dalla Russia. L’Unione Europea, invece, ne ha acquistati la media di 2,2 milioni di barili dal vicino scomodo. Anche se azzerasse le importazioni nei prossimi mesi, a tutti gli effetti Cina e India sarebbero in grado di rimpiazzarle del tutto. Basti pensare che, a fronte di 1,45 miliardi di barili nell’intero anno (circa 4 milioni al giorno), l’India dalla Russia ne aveva importati appena 12 milioni di barili (sui 30.000 al giorno), dato quasi già doppiato nei primi mesi del 2022.

Sul gas la Russia non può bluffare a lungo

Rimpiazzare l’Europa con Cina e India sul petrolio sarà semplice, anche senza puntare su ulteriori mercati di sbocco. Del resto, i due stati asiatici stanno approfittando della vendita di greggio a sconto di 30-35 dollari al barile rispetto alle quotazioni internazionali. Ma sul gas i numeri appaiono assai diversi. L’Europa ha importato dalla Russia 155 miliardi di metri cubi nel 2021, mentre la Cina appena 16,5 miliardi. Dato praticamente nullo per l’India. Quand’anche il regime di Xi Jinping puntasse ad aumentare le importazioni dalla Russia, praticamente dovrebbe azzerare le importazioni dal resto del mondo per rimpiazzare del tutto l’Europa.

Infatti, nel 2021 la Cina ha importato circa 180 miliardi di metri cubi di gas. Al netto della quota russa, resterebbe da coprire una quantità grande poco più di tutte le importazioni dell’Unione Europea. Ma nessun paese sarebbe così miope da legarsi a un unico fornitore, ammesso che le relazioni contrattuali con gli altri fornitori lo consentissero in tempi rapidi. Pensate che l’Europa avrà enormi difficoltà ad allentare la dipendenza dalla Russia, importando da essa quasi il 40% di gas all’anno. E la Cina dovrebbe importare quasi il 100% dal suo vicino del nord?

Criticità nel medio periodo per l’Europa

E, allora, perché la Russia continua a fare la voce grossa con l’Europa? Nel breve termine, sa che rimpiazzarla non sarà né facile, né del tutto possibile. Il gas si esporta o tramite pipeline o in forma liquida (LNG). Nel primo caso, servono impianti, la cui costruzione avviene negli anni e che solo la vicinanza geografica tra produttore e importatore rende possibile. Nel secondo caso, servono rigassificatori e il sostenimento di maggiori costi. Negli anni, la diversificazione sia dei fornitori che delle fonti energetiche sarà pure in grado di farci fare a meno di tutto il gas russo, nel breve no.

Ma in un orizzonte di lungo periodo, neppure la Russia avrebbe vita facile. Cina e India non le basterebbero per rimpiazzare l’Europa.

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