Il consulente del governo Conte sull’emergenza Covid-19, Walter Ricciardi, ha chiesto espressamente l’imposizione di un “lockdown” totale per le feste di Natale. L’esperto ritiene che l’Italia si stia avviando verso una “tragedia nazionale”, a causa dell’elevatissimo numero dei morti dovuto alla pandemia. Si chiede perché mai tante titubanze nell’esecutivo, se l’Olanda ha chiuso tutto con la metà del morti e la Germania con un terzo dei nostri. Nelle prossime ore, Palazzo Chigi dovrà prendere la decisione più difficile degli ultimi mesi: zona rossa o arancione durante il Natale? Due le opzioni in campo: imporre la zona rossa nei giorni di Natale, Santo Stefano, Capodanno, l’Epifania e le due domeniche che cadono in data 27 dicembre e 3 gennaio.

Nei giorni prefestivi, praticamente il 24 e 31 dicembre e il 5 gennaio, invece, l’Italia diverrebbe zona arancione. In alternativa, zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, se il numero dei morti non scenderà.

Il lockdown di Natale di Conte è una contraddizione senza basi scientifiche

Già, i morti. Ieri, sono stati ancora ben 846. Troppi, anche nel confronto internazionale. Nell’ultima settimana, la media giornaliera è stata di 660. Va bene che i decessi risentono dell’andamento dei contagi nelle settimane precedenti e questi stanno diminuendo sia in valore assoluto, che in rapporto al numero dei tamponi effettuato, ieri quest’ultimo sceso sotto il 10%. Tuttavia, il governo teme che con l’allentamento delle restrizioni già avvenuto nelle ultime due settimane con il passaggio di quasi tutte le regioni da rosso/arancione ad arancione/giallo, la curva della mortalità non smetta di scendere e semmai finisca con l’assestarsi ai livelli preoccupanti attuali. Peraltro, lo stesso Ricciardi involontariamente ammette il fallimento dell’esecutivo nel gestire la situazione. Siamo passati da “l’Italia è un modello per il mondo” a “stiamo dirigendoci verso una tragedia”.

I numeri internazionali non lasciano scampo alla propaganda menzognera del governo: per morti rispetto alla popolazione, siamo quinti al mondo dopo Belgio, San Marino, Perù  e Andorra. Per tasso di letalità, cioè rapportando i morti ai malati, saliamo al quarto posto, dopo Messico, Iran e Regno Unito. Un flop senza se e senza ma, di cui prima o poi il governo dovrà rendere conto dinnanzi agli italiani, anziché mistificare la realtà con dirette streaming al limite del patetico.

Governo al capolinea, caduta dopo la Befana?

Ma le chiusure comportano un “trade-off” difficilmente ponderabile: perdere altri punti di PIL per salvare vite umane o contenere le perdite economiche, sacrificando vite umane? E’ stato il cruccio di tutte le forze politiche sin dal marzo scorso. Ma nessuno si aspettava che saremmo arrivati a Natale con lo stesso dilemma e, anzi, con i numeri mai così pessimi. Qui, sta il fallimento del governo Conte nell’affrontare la seconda ondata dei contagi. Tra maggio e settembre, il premier ha perso tempo a organizzare sfilate inutili come gli Stati Generali, al solo scopo di rafforzare la propria immagine nell’opinione pubblica. Nessun piano ha accompagnato il ritorno alla normalità degli italiani. I mezzi pubblici non sono stati potenziati e quando i lavoratori sono tornati in ufficio e gli studenti a scuola, l’unico suggerimento arrivato dall’esecutivo è stato di lasciare i finestrini aperti. Al contempo, veniva estesa la nozione di congiunto dentro tram, bus e treni per massimizzarne la capienza. Quando i contagi iniziarono ad esplodere da inizio ottobre, la colpa fu fatta ricadere sui vacanzieri di luglio e agosto, gli stessi che il governo cercò di incentivare con il bonus vacanze.

Insomma, Giuseppe Conte è il volto di un fallimento totale nella gestione della pandemia, specie da settembre in poi. La sua linea di colpevolizzazione degli italiani per i presunti assembramenti nelle vie cittadine principali è semplicemente ridicola, oltre che vergognosa.

Sono proprio le sue misure a provocare aggregazioni, vuoi limitando gli spostamenti, vuoi incentivando gli acquisti multipli presso i negozi fisici attraverso il “cashback”. Palazzo Chigi ha perso la bussola e per la prima volta il premier ha ammesso che il suo governo non andrà avanti a ogni costo. In effetti, Matteo Renzi punta a mandarlo a casa con la verifica di gennaio, sostituendolo con una figura più autorevole e possibilmente capace di attirare consensi trasversali in Parlamento e nel Paese. Conte mangerà certamente il panettone, ma troverà il carbone dentro la calza della Befana. Approvata la legge di Bilancio e gestita la pandemia durante le feste, con ogni probabilità verrà disarcionato. Con la speranza che il successore goda di maggiore lucidità mentale e sappia imporre una linea chiara, efficace ed efficiente per mettere sotto controllo la curva epidemiologica.

Quanto sono credibili le minacce di Renzi di far cadere il governo e il ribaltone immaginato da Salvini?

[email protected]