Con il 2019 se ne va il secondo decennio del nuovo millennio, apertosi nel 2010 con la ripresa globale dopo la profonda crisi finanziaria ed economica che colpì il pianeta tra il 2008 e il 2009. E’ stato indubbiamente un periodo di profonde trasformazioni, dai mercati alla politica, passando per i costumi e le abitudini di consumo. Esaminiamo brevemente alcuni risultati interessanti sul fronte degli investimenti. Ci chiediamo quanto porteremmo oggi a casa, se avessimo investito 10.000 euro l’1 gennaio del 2010.

Partiamo dalle borse: grazie al boom di Wall Street, oggi avremmo a disposizione 29.300 euro, tra il +171% messo a segno dal Dow Jones e il +22% del dollaro contro l’euro.

Insomma, avremmo quasi triplicato il valore del nostro investimento. E meglio avremmo fatto se ci fossimo fidati del “guru” Steve Jobs, scomparso nel 2011. La sua Apple è cresciuta in borsa dell’835%. In pratica, oggi disporremmo di circa 120.000 euro, anche grazie all’effetto cambio favorevole.

Se fossimo rimasti in Italia, invece, i guadagni sarebbero stati quasi impercettibili: appena 200 euro! Detratta l’inflazione, che pure è stata bassa nel decennio, ci saremmo andati sotto. Attenzione, però, a generalizzare. Anche la Borsa Italiana avrebbe regalato soddisfazioni, nel caso avessimo puntato i nostri denari sui titoli giusti. Uno di questi è stato quello della Juventus, che nel periodo ha segnato un incredibile +266%, trainato dai successi in campo.

Azioni Juventus in bolla con Cristiano Ronaldo?

Boom e flop a Milano

Ebbene, dei 10.000 euro investiti, oggi avremmo 36.600 euro, chiaramente al lordo delle imposte sulle plusvalenze. Per contro, avremmo intorno ai 4.800 euro se avessimo puntato sul cavallo rivelatosi sbagliato di Mediaset, che ha accusato un dimezzamento delle quotazioni azionarie. Le stesse banche ci avrebbero inflitto perdite per circa il 58%, per cui oggi ci sarebbero rimasti appena 4.200 euro.

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Quanto alle altre borse, l’Eurostoxx 50 segnala un rialzo non entusiasmante, pari a meno del 27%.

Sarebbe stato tragico, invece, aver puntato su Atene, la cui borsa negli ultimi 10 anni è sprofondata niente di meno che del 67%. E i mercati emergenti? Shanghai è scesa del 4%, ma grazie al 17,7% messo a segno dallo yuan contro l’euro, oggi avremmo comunque realizzato un minimo guadagno, pur di meno del 14% effettivo. Pochissimo per 10 anni.

Meglio ci sarebbe andata con la Turchia, dove le azioni negoziate a Istanbul mediamente risultano salite del 103%. Tuttavia, in questo caso il cambio avrebbe remato contro, deprimendo i guadagni del 67%. Al netto, però, l’esito sarebbe rimasto positivo per circa il 35-36%, qualcosa come il 3% all’anno, non bene, ma nemmeno male in tempi di inflazione azzerata. E, infine, il Brasile. L’indice Ibovespa segna +64%, ma il real contro l’euro è crollato del 45%. Il guadagno effettivo sarebbe stato del 19%.

La rivelazione dei Bitcoin

Ma non ci sono solo le borse. Il mercato obbligazionario avrebbe reso anch’esso, a fronte di rischi molto più contenuti. Investendo nei BTp, avremmo portato a casa oggi guadagni del 26%, meno del 39% dei Bund, i quali si sono avvantaggiati più di tutti del crollo dei rendimenti e, per contro, del boom dei prezzi. Considerando anche le cedole staccate, ne sarebbe valsa, tutto sommato, la pena. E l’oro? Il bene rifugio per eccellenza ha toccato il suo apice storico proprio in questo decennio, per l’esattezza nel 2011, anche se solo nei mesi scorsi è stato record per le quotazioni in euro.

Se avessimo investito nel metallo 10 anni fa, oggi avremmo incassato guadagni per quasi il 37%, a cui si sarebbe sommato un altro 22% determinato dall’effetto cambio favorevole. In totale, +59%, circa il +4,7% medio annuo, più che sufficiente per ripararci dall’inflazione e garantirci profitti minimi. Ma nulla al confronto con i Bitcoin. Certo, a inizio decennio trattavasi di una bizzarria nota a qualche smanettone di internet.

Se per puro caso, ci avessimo “buttato” 1 solo dollaro, oggi sul conto in banca ne avremmo 90.000! Se fossimo stati così fuori di testa da averci investito 10.000 euro, saremmo ricchissimi, perché disporremmo di quasi 1,16 miliardi, un patrimonio più che sufficiente per garantire un futuro economico radioso a noi e alle nostre generazioni seguenti.

In Argentina guardano a oro e Bitcoin contro il collasso dei pesos

Col senno di poi, saremmo tutti ricchi. Nessuno sbaglierebbe investimento, tutti punteremmo sul cavallo vincente e azzeccheremmo la combinazione di sei cifre al Superenalotto. In generale, da questa breve sfilza di numeri deduciamo che nel lungo periodo le borse non deludono, seppure una cosa sia stata l’America, un’altra l’Europa. Anche l’oro regala soddisfazioni e i bond si mostrano interessanti per la loro capacità di generare reddito tra rialzo dei prezzi e cedole. E, infine, immancabili sono le sorprese come i Bitcoin, così come dei titoli rivelazione del livello di Apple.

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