La Juventus prova a riprendersi dallo choc di un finale stagione da dimenticare, con il cammino in Champions League fermatosi agli ottavi e Maurizio Sarri esonerato da allenatore dopo appena un anno, sostituito in fretta e furia da un inesperto Andrea Pirlo in panchina. Tra le poche certezze del calciomercato bianconero, ve n’è una che emerge nitida: la cessione di Gonzalo Higuain. L’attaccante argentino non ha avuto sostanzialmente spazi nell’ultima stagione, dovendosi districare tra Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala.

La sua presenza è stata semplicemente tollerata dalla società, che in cuor suo avrebbe voluto venderlo al migliore offerente un anno fa. E già questo grida vendetta, dato che parliamo di un ex goleador della Serie A e di uno dei calciatori ritenuti a suo tempo più forti in Europa.

La sua avventura in maglia bianconera inizia nell’estate del 2016, quando il “Pipita” viene rilevato dal Napoli per 90 milioni di euro e un contratto quinquennale. Tifosi partenopei su tutte le furie, quelli juventini in delirio. Nel corso del primo anno a Torino, di gol ne segna 24, meno dei 36 col Napoli, ma sufficienti a soddisfare la dirigenza Agnelli. I problemi nascono in Champions. Higuain non era stato di certo comprato per vincere l’ennesimo scudetto di fila, bensì per fare la differenza in Europa. E lì delude quasi da subito le aspettative. La Juve perde la seconda finale in tre anni contro il Real Madrid. Su Higuain si spengono i riflettori dello Stadio Allianz, il silenzio dei tifosi sovrasta gli applausi. E’ il buio.

L’anno dopo, la Juventus pensa e spera di essersene liberato, mandando al Milan con la formula del prestito con diritto di riscatto. La maglia rossonera non gli porta bene, il Pipita non si sente a suo agio e va via dopo sola mezza stagione. Non torna a Torino, perché nel frattempo i bianconeri si premurano di toglierselo dai piedi, mandandolo al Chelsea, riproponendo la formula del prestito.

Non viene riscattato nemmeno dagli inglesi e dopo un’altra mezza stagione torna a Torino, dove giocherà la sua quasi certa ultima stagione accanto a CR7.

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Cartellino e ingaggio premono sui conti bianconeri

Un finale di carriera umiliante, se vogliamo, forse anche immeritato. Fatto sta che dei 90 milioni di cartellino, bisogna ancora ammortizzarne un quinto, cioè 18. Sotto questa cifra, la cessione di Higuain infliggerebbe alla Juve una minusvalenza, che andrebbe registrata a bilancio. Il valore di mercato dell’argentino si aggirerebbe sui 15 milioni, ma bisogna vedere chi sarà disposto a pagarlo altrettanto per un giocatore non più al top da qualche anno e che a fine 2020 compirà 33 anni. E che dire dello stipendio? 7,5 milioni netti a stagione, oltre 13 milioni lordi. Se Agnelli non gli troverà un acquirente, dovrà corrispondergli questo ingaggio fino al 30 giugno 2021. E non è aria.

Certo, considerati i 10,20 milioni pagati dal Milan e i 7,80 milioni dal Chelsea per averlo in rosa pochi mesi, Higuain risulterebbe nei fatti più che ammortizzato. Ma resta un costo abnorme sostenuto nel 2016 e non sfruttato appieno dal punto di vista finanziario e sportivo. Il Pipita dovrà essere ceduto a ogni costo, perché serve almeno sbianchettare il suo maxi-stipendio dai cedolini paga. Ma senza l’arrivo di una nuova punta per rimpiazzarlo, difficile che la cessione si realizzi. E il campionato inizia tra tre settimane. La Juve rischia di doverlo “svendere” per non tenerlo controvoglia in panchina per un’ultima stagione.

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