Che l’era di Silvio Berlusconi nel calcio italiano sia finita è un dato certo, nonostante insieme al suo manager e senatore Adriano Galliani abbia voluto lanciarsi in una nuova avventura con il Monza. La sua uscita di scena dal Milan coincide con l’ascesa sportiva e finanziaria della Juventus, uno dei gioielli della famiglia Agnelli, che ieri ha compiuto un ennesimo passo in avanti. Borsa Italiana ha annunciato che il titolo bianconero entrerà a far parte dell’indice Ftse Mib sin dal prossimo 27 dicembre.

Trattasi del listino principale, quello di riferimento per Piazza Affari e che ospita i 40 titoli più capitalizzati e liquidi, pari all’80% dell’intera capitalizzazione di Piazza Affari. Ciascun titolo in esso non può pesare più del 15%, tenuto conto del flottante, il quale non può essere inferiore al 5%. Insieme alla Juve entra anche Amplifon, ma usciranno Mediaset e Mediolanum, rispettivamente il colosso televisivo e la banca partecipati da Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi. La fine di un’era anche sul piano finanziario, che vede gli Agnelli assurgere a perno sempre più vitale del capitalismo tricolore, avendo già ben 3 titoli quotati nell’Ftse Mib, ossia Fiat Chrysler Automobiles (FCA), Exor e Ferrari. In sostanza, un decimo del listino è composto da società della famiglia torinese.

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Ieri, il titolo Juventus ha chiuso con un rialzo giornaliero di oltre il 9% a 1,20 euro, portando la capitalizzazione sugli 1,20 miliardi di euro. Si consideri che prima dell’arrivo di Cristiano Ronaldo, il titolo viaggiava su valori pressoché dimezzati. Parliamo solamente della fine di giugno, quando il rumor sulla trattativa con l’attaccante portoghese del Real Madrid iniziò a irrompere tra le cronache sportive e non del mondo. Da allora, quindi, il club bianconero ha guadagnato qualcosa come circa 550 milioni di capitalizzazione in borsa.

Considerando che tra ingaggio quadriennale, cartellino e spese accessorie CR7 sia costato ad Andrea Agnelli un impegno complessivo di circa 360 milioni di euro in 4 esercizi, sarebbe come dire che il mercato abbia scontato per la società un aumento di valore di quasi un terzo superiore, ovvero che il fenomeno stia incrementando il potenziale finanziario del club.

Perché l’Ftse Mib fa correre il titolo

Certo, non c’è solo CR7 a smuovere positivamente il titolo, che era già raddoppiato di prezzo nei precedenti 18 mesi. I successi in campo sono ormai evidenti e nonostante manchi la terza Champions League in bacheca, la Juve macina incassi con la partecipazione alle coppe europee, arrivando quasi stabilmente fino alla fine delle gare. Tra un quinto e un sesto dei suoi ricavi derivano proprio da questo canale. Con CR7, si spera di trasformare gli incassi in qualcosa di più concreto anche sul piano sportivo, rafforzando l’immagine di una società, che vuole competere alla pari con colossi come Real, Barcellona e Manchester United.

Tornando alla notizia, il solo fatto che il titolo Juventus farà parte da fine mese dell’Ftse Mib ha senso che ne stimoli così tanto le quotazioni? Si consideri che Banca IMI ha raddoppiato il suo target price da 0,7 a 1,4 euro, per cui l’istituto prevedrebbe per le azioni bianconere ulteriori guadagni rispetto ai livelli attuali. Il punto riguarda le modalità con cui si investe in borsa. Molti fondi nazionali e stranieri, pensiamo specialmente a quelli dalla gestione passiva come gli Etf, non acquistano titolo per titolo, ma spesso puntano i loro capitali su un indice. Chiaramente, più l’indice comprende società importanti ed è molto capitalizzato, maggiori i flussi di denaro che vi si riversano. Pertanto, la Juventus dovrebbe beneficiare di investimenti più copiosi con l’ingresso nell’Ftse Mib per il semplice fatto di esservi.

Una buona notizia per chi già detiene il titolo e magari lo aveva in portafoglio da prima che CR7 entrasse negli spogliatoi di Torino. Se finora i guadagni sono stati dell’85%, la corsa potrebbe non arrestarsi, specie se campo e finanza continueranno a procedere di pari passo. Aspettando il derby d’Italia di domani, Agnelli sembra già aver vinto la sua partita a Milano, quella della borsa.

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