Esiste un regime così chiuso al resto del mondo da essere chiamato “stato eremita”. La Corea del Nord vive su un pianeta a parte e lì accadono cose impensabili altrove. La dittatura ti entra in casa e decide ogni aspetto della tua vita. Grazie a un’opera di propaganda martellante e che va avanti praticamente senza sosta da oltre 70 anni, tre generazioni di Kim al potere sono riuscite a convincere ciascun nordcoreano a fare la spia anche a uno stretto familiare per il caso in cui trasgredisse una regola ritenuta inviolabile.

E così, a scuola i bambini innocentemente comunicano alla maestra che papà o mamma o il fratello più grande guardano film vietati o ascoltano musica straniera. Casi come questo portano alla comminazione della pena di morte o, nel migliore dei casi, alla deportazione in veri campi di concentramento.

Delazione come nuova politica europea

Mai avremmo pensato che certe sconcezze mentali nordcoreane le avremmo importate nella civilissima Europa. Già con la pandemia avevamo avuto un assaggio della regressione veloce delle libertà individuali nel nome della lotta alla crisi sanitaria. Gli oppositori alle restrizioni sono stati ridicolizzati e isolati dal resto dell’opinione pubblica favorevole. Le ragioni di chi puntava il dito contro le limitazioni delle libertà fondamentali sono state spesso volutamente confuse con quelle strampalate dei “no vax” e dei complottisti che, addirittura, negavano la stessa esistenza del Covid.

Con la crisi energetica siamo un passo in avanti nella direzione tracciata dalla pandemia. E la Svizzera ce ne dà esempio. Sui social come Signal e Telegram si è diffuso un messaggio che così recita: “Il vicino tiene la temperatura sopra 19 gradi? La prego di informarci al numero … “. Le autorità elvetiche negano di avere a che fare con tale spot, anzi annunciano di avere aperto un’inchiesta per capire chi vi sia dietro alla “fake news”.

Termostato sopra 19 gradi ormai reato

Problema risolto? Niente affatto. Se i cittadini elvetici, che spiccano per livello culturale e prudenza, vi hanno abboccato, è perché il messaggio è parso loro verosimile. E non a caso. Il paese alpino ha approvato alcune norme per risparmiare energia, tra cui il divieto di alzare il termostato di casa sopra 19 gradi, così come di riscaldare l’acqua sopra 16 gradi e di usare piscine e saune. Ai trasgressori saranno comminate multe da un minimo di 30 (31 euro) a un massimo di 3.000 franchi (3.125 euro) e fino a 180 giorni di carcere.

La delazione è stata ufficiosamente sollecitata dai governi come pratica per individuare i potenziali trasgressori delle regole anti-Covid. Questione di settimane e inizierà lo stesso bombardamento mediatico ai danni dei “furbetti del termostato”. Non importa se il messaggio circolato in rete in Svizzera sia falso, rileva che non sia più considerato improbabile dalla cittadinanza, evidentemente abituata oramai a pensare che fare la spia sia un modello “orwelliano” di società propinato dalle autorità.

D’altronde, più delle restrizioni anti-Covid i comportamenti sui consumi di gas e luce rischiano di non essere monitorabili direttamente dagli uffici preposti. Ed ecco che sarà la paura ad essere utilizzata come arma per controllare le masse. Ciascuno spii il suo vicino, così che tutti filino. Sarà considerato un crimine degno di disprezzo fare troppo spesso il bucato o passare quotidianamente l’aspirapolvere, se non farsi la doccia. Occhio al vicino, perché è su di esso che lo stato farà leva per venire a comandare in casa tua.

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