Sembra strano, ma l’oro non ha fatto che scendere nelle ultime sedute, perdendo 230 dollari l’oncia dall’8 marzo scontro a ieri, il 13,5% del suo valore, arretrando a un minimo di 1.462 dollari toccati lunedì scorso. Ci si aspetterebbe ben altro da un bene rifugio per eccellenza, ma vi abbiamo già spiegato che la ragione di questo ripiegamento, apparentemente paradossale in piena crisi dei mercati mondiali, ha a che fare con la necessità degli investitori di vendere gli assets in portafoglio e ottenere così liquidità con cui ripianare le perdite, evitando di chiudere le posizioni in borsa.

Un segnale, tutto sommato, di ottimismo verso il recupero degli indici azionari.

Perché l’argento rispetto all’oro sta andando poco bene sui mercati

Da inizio anno, il metallo ha perso all’incirca il 2,5%, ma molto peggio ha fatto l’argento, il cui prezzo per oncia è sprofondato del 33%. Ieri, risultava collassato a un minimo di 11,90 dollari, ai livelli più bassi da inizio 2009. Il rapporto tra oro e argento si è così impennato fino a toccare quasi 124, il livello più alto di sempre e quasi il doppio della media storica di 64 nell’ultimo decennio. Tenete conto che quando l’oro toccò il suo massimo storico nel settembre 2011, il rapporto con l’argento si attestava poco sopra 45, 2 volte e mezza più basso. E nel marzo di quell’anno, sempre l’argento arrivò a quotare 4 volte più di oggi.

In parole povere, oggi l’argento sarebbe troppo deprezzato rispetto all’oro e dovremmo ritenere che da qui in avanti, salvo sorprese ulteriormente negative sullo stato di salute dell’economia mondiale, le sue quotazioni torneranno a salire, accorciando le distanze con l’oro, con il rapporto tra i due metalli ad abbassarsi. La congiuntura si rivelerà importante, però, perché l’argento è impiegato in molte produzioni industriali e risente negativamente del rallentamento globale.

E rispetto all’oro, si mostra meno adatto ad attrarre investimenti con finalità protettive dei capitali, a causa della più ampia quantità di metallo che sarebbe necessario accumulare.

Argento non perfettamente alternativo all’oro

A titolo di esempio, se volessi mettere al riparo 100.000 dollari, dovrei comprare argento fisico per quasi 258 kg alle quotazioni attuali, mentre di oro me ne servirebbe poco più di 2 kg. E proprio l’argento fisico nei giorni scorsi è arrivato a prezzare un paio di dollari in più all’oncia rispetto alle quotazioni ufficiali. Per qualcuno, il segno che vi sarebbe una penuria di metallo a disposizione, mentre la spiegazione più convincente sarebbe un’altra: i futures sui contratti finanziari si muovono più velocemente dei prezzi relativi alle compravendite fisiche. Questo, perché chi vende si mostra meno disposto ad accettare immediatamente i cali accusati dal mercato, rifiutandosi di concludere ai prezzi dati. Dopo qualche giorno, però, prendendo atto della realtà, il mercato fisico si adegua a quello finanziario.

Prezzi oro deboli, investire in argento? Alternativa non automatica e ingombrante

E il fondo iShares Silver Trust sembra replicare perfettamente le variazioni delle quotazioni del metallo, avendo perso quest’anno proprio un terzo del suo valore, rispecchiando piuttosto fedelmente l’andamento dell’asset. Comunque si pensi di investire, l’argento potrebbe riservare qualche soddisfazione nei prossimi mesi, quando la pandemia del Coronavirus sarà rientrata e la produzione globale riattivata del tutto. A quel punto, la corsa all’oro sarebbe meno giustificata e chissà che i capitali non si spostino verso l’argento per scontare una crescita dei prezzi, abbassando il rapporto tra i due metalli a un livello più vicino alla media storica.

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