Si chiama Elvira Nabiullina, ha 58 anni, marito e un figlio entrambi economisti, e abbiamo imparato a conoscerla come grande pubblico in Occidente in occasione della comminazione delle sanzioni USA e UE contro la Russia. Il giorno successivo, il presidente russo Vladimir Putin riuniva il consiglio economico, alla quale la donna ha partecipato di diritto, sedendo a fianco dell’ex ministro dell’Economia, Maxim Oreshkov, attuale consigliere economico del presidente. Vestita di nero, non ha rivolto lo sguardo a Putin. Come vedremo, non è stato un atteggiamento casuale.

In risposta al durissimo embargo dell’Occidente, ha alzato i tassi d’interesse dal 9,5% al 20%.

Sì, perché Nabiullina è il governatore della Banca di Russia sin dal giugno 2013. La Duma le ha concesso un secondo mandato esteso a 5 anni nel 2017. Scadrà nel giugno prossimo. In precedenza, era stata ministro dello Sviluppo economico tra il 2007 e il 2012. Nel 2013, fu la prima donna a guidare il G8 delle banche centrali, prima che la Russia fosse espulsa da quel consesso l’anno successivo per l’annessione della Crimea.

La donna si è guadagnata il rispetto della comunità finanziaria internazionale, tanto che Forbes nel 2014 la inserì nella top list delle donne più potenti del pianeta. Se da ministro dovette fronteggiare la crisi finanziaria mondiale, da governatore centrale Nabiullina ebbe quasi subito a che fare con due eventi impegnativi nel 2014: l’annessione della Crimea come sopra citato e le conseguenti sanzioni finanziarie dell’Occidente; il crollo delle quotazioni petrolifere. La caduta di quest’ultime impose alla Banca di Russia la libera fluttuazione del rublo sui mercati valutari. Di fatto, si ebbe una grossa svalutazione del cambio. Un dollaro valeva sui 34 rubli a metà dell’anno, mentre a inizio 2016 arrivò a un massimo storico di 82, dato superato solo nelle ultime sedute.

La donna che comunica con le spille

La svalutazione del rublo le valse alla Duma l’accusa di voler “attentare al cambio” da parte di alcuni esponenti di Russia Unita, il partito del presidente Putin.

Quest’ultimo, però, difese l’operato di Nabiullina, la quale ebbe così carta bianca per procedere con la sua politica monetaria. In effetti, si trattò di un atto dovuto. Consentendo al rublo d’indebolirsi, le più basse quotazioni petrolifere in dollari valevano di più in valuta locale. Grazie a questo stratagemma, le entrate fiscali dello stato non scesero e la donna finì col proteggere la stabilità fiscale. Al contempo, impose un target d’inflazione al 4%, adeguandosi alle migliori pratiche delle banche centrali. Per un certo periodo, l’inflazione esplose fino al 17% a causa della svalutazione, ma dopodiché scese costantemente fino a poco più del 2% nel 2018.

Nabiullina è accreditata anche di avere costruito la cosiddetta “fortezza Russia”, accumulando elevate riserve valutarie grazie alle esportazioni di petrolio, superando i 650 miliardi di dollari prima del “congelamento” dell’Occidente. Nel frattempo, sotto il suo mandato la Russia ha più che raddoppiato le riserve di oro da meno di 1.000 a 2.298,53 tonnellate. Forse, Putin confidava fin troppo su questi numeri quando ha invaso l’Ucraina. Probabile che non si aspettasse sanzioni occidentali così dure, che nei fatti sequestrano gran parte delle riserve russe, non consentendo a Nabiullina di difendere il rublo in maniera appropriata. Infatti, il maxi-rialzo dei tassi lo si deve proprio alla necessità di contenere i deflussi dei capitali e l’inflazione. Ciononostante, il rublo è collassato lunedì fino a un cambio di 150 contro il dollaro.

Dicevamo che il governatore vestiva di nero alla riunione del consiglio economico. La donna ha spiegato tempo fa di indossare abbigliamento e spille in linea con il messaggio che intende lanciare. Ad esempio, quando nel febbraio 2020 dovette tagliare i tassi, indossò la spilla a forma di bambola, che avrebbe simboleggiato che l’economia russa sarebbe risalita dopo la pandemia.

Due mesi più tardi, la spilla assunse la forma di una casa alla conferenza stampa post-board. Il messaggio di Nabiullina era rivolto ai russi: “restate a casa”. Quando nei giorni scorsi ha dovuto alzare i tassi in emergenza, il vestito nero senza spilla segnalava tempi bui per l’economia russa.

Nabiullina contro Putin sulla guerra in Ucraina

Le indiscrezioni vogliono che la donna sia stata contraria all’invasione dell’Ucraina, temendo giustamente che andranno sprecati quasi nove anni di lavoro encomiabile alla Banca di Russia per costruire un’economia resiliente agli shock. Putin dovrà decidere presto se allungarle ulteriormente il mandato, sempre che l’interessata accetti, o cercare un altro governatore. Ma Nabiullina alla guida dell’istituto è stata ad oggi una forte garanzia di indipendenza monetaria dalla sfera politica e di competenza gestionale. A conti fatti, ella è forse l’unica personalità di peso nella società russa a riuscire a tenere testa al Cremlino e persino a insidiare Putin nel caso in cui la sua presidenza volgesse al tramonto, magari a seguito dell’ondata di impopolarità in patria dovuta alla guerra.

In questo frangente, Nabiullina può poco per resistere alle sanzioni. Ha alzato i tassi, imposto la conversione in rubli dell’80% dei ricavi delle imprese maturati all’estero e costruito dal 2014 il MIR, un nuovo sistema di pagamenti alternativo allo SWIFT. Nelle settimane immediatamente precedenti al conflitto, si era opposta al riconoscimento dei Bitcoin, chiedendo al governo la messa al bando. Alla fine, è stato trovato un compromesso tra le parti. Forse, Nabiullina temeva quello che sarebbe accaduto, ovvero che Putin avrebbe fatto affidamento sulle criptovalute, sperando di dribblare così eventuali sanzioni finanziarie dell’Occidente. La donna più potente di Russia non voleva la guerra; vuole solo costruire un’economia solida a favore dei russi.

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