L’arrivo dell’autunno non aveva mai fatto così tanta paura a famiglie, imprese e governi. Neppure in piena pandemia. Adesso che l’estate è agli sgoccioli, gli europei temono di dover fronteggiare un caro bollette insostenibile. Già l’authority per l’energia in Italia ha messo in guardia sul fatto che, a partire dal mese di agosto, i rincari sarebbero del 100%, quando già sono stati del 160%. Molte aziende e attività commerciali sono al collasso. Gli aumenti di luce e gas stanno divorando i margini di profitto e, in molti casi, stanno mandando in rosso i conti.

Urge una soluzione. Il tetto europeo al prezzo del gas non sembra alla portata. Lo invoca l’Italia di Mario Draghi, ma vi si oppone la Germania di Olaf Scholz. Un tetto nazionale, come reclamato dal PD di Enrico Letta, sarebbe tecnicamente difficile e finirebbe per gravare sui contribuenti italiani, finanziando le imprese straniere che decidessero di venire ad acquistare il gas in Italia ai prezzi calmierati.

Contro il caro bollette non si può più aspettare. E così, il governo tedesco vorrebbe scollegare il gas dall’elettricità in fatto di formazione dei prezzi. Una posizione fatta propria dallo stesso premier uscente Draghi al Meeting di Rimini di mercoledì scorso. Vediamo cosa significa nel concreto.

Caro bollette e mercato olandese dei Ttf

Al mercato olandese si scambiano i cosiddetti Ttf, i contratti del gas. Qui si stabilisce il prezzo all’ingrosso, che le aziende fornitrici della materia prima scaricheranno sui consumatori finali. Ma c’è un aspetto poco noto di questo meccanismo: tutti i tipi di energia sono pagati al prezzo massimo scaturito da uno di essi. In altre parole, anche se verosimilmente produrre energia eolica, fotovoltaica e idroelettrica costa di meno, queste saranno pagate agli stessi prezzi fissati per il gas.

Il prezzo del gas per i Ttf chiudeva la scorsa settimana a poco meno di 340 euro per mega-wattora.

Per fortuna, stamattina scendeva a 298 euro, in apertura. Ma un anno fa stava a 50 euro. Dunque, i rincari del gas si trasmettono senza un motivo in sé necessario al resto delle produzioni energetiche. Perché questa apparente idiozia? E’ stato finora un modo per incentivare la produzione di energie rinnovabili, consentendo ai produttori più efficienti di beneficiare dei maggiori costi delle altre fonti energetiche. In questo modo, l’Europa pensava che si sarebbe stimolata la produzione di energie alternative, dati i costi calanti nel tempo grazie all’avanzamento tecnologico.

Stop agli incentivi alle energie rinnovabili

Questo maxi-incentivo, però, sta finendo per alimentare il caro bollette. In altre parole, gran parte degli aumenti di luce e gas non sono dettati da effettivi rincari in fase di produzione, bensì da meccanismi nella formazione dei prezzi del tutto slegati dalle logiche del mercato. Il rimedio non eviterebbe, comunque, all’Italia di dover impiegare ulteriori pesanti risorse per calmierare le bollette. Si parla di 15 miliardi di euro, che il governo Draghi in questi giorni starebbe trovando tra le pieghe del bilancio senza ricorrere allo scostamento di bilancio.

Questo denaro arriverebbe dall’aumento del gettito fiscale derivante proprio dal caro energia. L’inflazione accresce la base imponibile e, di conseguenza, anche gli introiti per lo stato. D’altra parte, anche la Germania studia il modo di tassare gli extra-profitti delle aziende energetiche. In Italia, tale stangata esiste già, ma si è rivelata un flop nei primi mesi di applicazione. A fronte dei 10 miliardi di euro attesi entro giugno, lo stato ne ha incassato appena uno.

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