Quanti di voi scommetterebbero con soldi propri che da qui a un anno e mezzo il prezzo dell’oro arrivi persino a triplicare? Con ogni probabilità, nessuno. Eppure, una settimana fa è accaduto qualcosa di sconvolgente, perché sul mercato delle opzioni si sono registrate scommesse relative a 5.000 contratti e in base alle quali un misterioso investitore (o gruppo di investitori) ha voluto prendersi i diritti per l’acquisto di oro a 4.000 dollari l’oncia nel giugno 2021. Prezzo dell’operazione: 1,75 milioni di dollari, 350 dollari a contratto, ciascuno corrispondente a 100 once del metallo, per cui per ogni oncia di oro il contratto ha offerto la facoltà di acquisto a 4.000 dollari sborsando 3,50 dollari.

Lo schema funziona così: se nel giugno 2021, il prezzo dell’oro risulterà pari o inferiore ai 4.000 dollari, l’investitore non esercirà chiaramente l’opzione e avrà perso gli 1,75 milioni spesi per i diritti. Se il prezzo salirà in un range tra 4.000 e 4.003,49 dollari, l’opzione verrà esercitata e così almeno le perdite verranno parzialmente contenute con la rivendita delle once sul mercato a prezzi superiori ai 4.000 dollari. Alla cifra esatta di 4.003,50 dollari, l’investitore non ci avrà né perso e né guadagnato, sopra di essa ci avrà senz’altro guadagnato.

Dunque, chi ha fatto questo investimento starebbe speculando sul rialzo sensazionale dell’oro sopra i 4.000 dollari l’oncia. Ora, il metallo quest’anno guadagna circa il 14% e sale ai massimi da 6 anni e mezzo, pur restando del 24% più basso dei record storici di 8 anni fa, quando però il dollaro valeva mediamente il 25% in meno contro le altre valute. E la forza della divisa americana si rivela determinante per tutte le materie prime in essa denominate, almeno per gli acquirenti non-USA.

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Scommessa su un terremoto finanziario?

Se davvero l’oro dovesse salire in così breve tempo sopra i 4.000 dollari, sarebbe per il verificarsi di qualche evento catastrofico sui mercati finanziari, come il collasso del dollaro, magari a seguito di una nuova crisi in stile Lehman Brothers o per il crollo dell’economia americana.

Oppure, a far esplodere le quotazioni auree sarebbe lo scoppio di un conflitto, come tra USA e Cina o tra USA e Russia, ma anche l’eventuale fine dell’euro, con ipotesi di Italexit mai venute realmente meno del tutto. E ancora: l’inflazione nel mondo avanzato inizia a farsi sentire dopo anni di assenza e gli investitori corrono a coprirsi, fuggendo dal comparto obbligazionario e provocandone una rovinosa caduta, con ripercussioni nefaste per gli emittenti sovrani e privati e default a catena.

Che qualcuno stia scommettendo denaro sonante su un simile scenario fa impressione, per quanto non sia detto che effettivamente sia questo il vero obiettivo di chi ha fatto la puntata. E se si trattasse di una mossa palesemente tesa a insinuare il dubbio tra gli operatori sul verificarsi a breve di qualcosa di realmente negativo sui mercati, così da indurre altri a scommettere anch’essi su un rialzo dell’oro? A quel punto, il prezzo dei diritti di opzione salirebbero dai 3,50 dollari a cui sono stati acquistati, magari pure repentinamente, per via dell’alta domanda. E il misterioso investitore avrebbe realizzato un guadagno lo stesso, pur non avendo azzeccato affatto la previsione.

Stando ai dati di CME Group, principale operatore attivo nel trading dei derivati, al giugno 2021 l’oro dovrebbe valere 1.506 dollari l’oncia per gli investitori, cioè solo il 3,2% in più rispetto ad oggi. Vero è che in euro abbiamo già toccato nuovi record nelle settimane passate, ma ciò si deve alla contestuale debolezza del nostro cambio. In sostanza, chi ha scommesso tutti questi soldi sull’oro sopra i 4.000 dollari potrebbe essere meno spaventato o stupido di quanto crediamo.

Semplicemente, confida che qualcuno gli andrà dietro e come per il classico effetto bolla, ci guadagnerebbe solamente passando ad altri la patata bollente dei diritti sopra i 3,50 dollari spesi.

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