Nella giornata di martedì, le quotazioni di Bitcoin hanno sfiorato i 53.000 dollari, salendo ai massimi dal maggio scorso. Restano sotto i massimi storici di quasi 65.000 dollari, toccati in aprile. Tuttavia, a luglio erano sprofondate fin sotto 30.000 e da allora segnano un rialzo di oltre il 65%. Questo prima di registrare un nuovo tonfo a doppia cifra nella giornata di ieri. Il boom sta coincidendo con l’entrata in vigore della legge nello stato di El Salvador, che rende Bitcoin una valuta legale a tutti gli effetti.

I cittadini possono decidere di pagare le tasse in “criptovaluta” e sono obbligati ad accettarla in pagamento per gli scambi tra privati.

C’è profondo scetticismo sull’efficacia di questa legge, causa principale del tracollo di ieri sui mercati in appena un’ora. Per diffonderne l’uso, il governo del presidente Nayib Bukele ha dato vita a un’app, chiamata Chivo. Essa distribuirà 30 dollari in Bitcoin a tutti coloro che la scaricheranno e si registreranno. Al contempo, all’inizio di questa settimana è stato lo stesso presidente ad avere annunciato l’acquisto di 400 Bitcoin nell’arco di una giornata, pari a un controvalore di circa 21 milioni di dollari.

Il 70% dei cittadini, stando a un sondaggio dell’Università dell’America Centrale, non vedrebbe di buon occhio l’iniziativa, anche perché sono in molti a non sapere come usare i Bitcoin per effettuare un pagamento. Casualmente, la percentuale coincide con quella della popolazione adulta priva di un conto bancario. E’ ad essa che il governo ha guardato più di ogni altra, quando ha approvato la legge. La “criptovaluta” aggirerebbe il problema del mancato accesso al mondo bancario e le famiglie non avrebbero più problemi nel ricevere le rimesse degli emigranti all’estero, le quali incidono per quasi un quarto del PIL e sulle quali le banche applicano commissioni elevate, anche a doppia cifra.

Bitcoin tra volatilità e laboratorio

El Salvador sarà un laboratorio vivente per il mercato dei Bitcoin. Questi non sono nati realmente come mezzo di pagamento e l’alta volatilità dei prezzi disinibisce il loro uso. Chi pagherebbe a cuor leggero con questo asset, sapendo che dopo qualche ora o giorno il valore potrebbe impennarsi? E chi li accetterebbe in pagamento, se a distanza anche di pochissimo tempo le quotazioni possono collassare? Probabile che i cittadini puntino ad acquistare Bitcoin come una forma di investimento tra le altre per conservare la propria ricchezza. Ma il maggiore freno deriverà dal fatto che già il paese adotti il dollaro quale valuta legale, per cui non avverta l’esigenza di rivolgersi ad altri asset.

Infine, l’acquisto di Bitcoin da parte del governo segna uno spartiacque sul mercato delle “criptovalute”. Abbiamo adesso una istituzione pubblica che ufficializza le sue detenzioni e che potrebbe anche cercare per tale via di diversificare le riserve valutarie. Uno scenario ad oggi ignoto e che avrebbe implicazioni economiche, finanziarie e persino politiche di estrema rilevanza. Difficile, infatti, che USA ed Europa impongano prima o poi un ban ai danni dei Bitcoin, quando istituzioni finanziarie e sovrane li hanno nei bilanci. Forse, anche sulla scorta di tale evidenza le quotazioni in questi giorni hanno corso.

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