Il Barcellona è in corsa per arrivare al miliardo di euro di incassi a stagione prima del 2021. Lo ha dichiarato il presidente Josep Bartomeu, secondo cui quest’anno il club catalano dovrebbe chiudere con ricavi per 900 milioni, in rialzo del 20% rispetto ai precedenti 12 mesi. Se così fosse, ci sarebbe la seria prospettiva di diventare la prima squadra europea per ricavi, secondo la Deloitte Football Money League, la classifica annuale dei club di calcio in Europa per incassi. Il boom di quest’anno sarebbe dovuto all’aumento del ricavato della vendita dei biglietti allo stadio Camp Nou e dei diritti televisivi.

E pensare che serpeggiavano preoccupazioni nei mesi scorsi sull’impatto possibile che le tensioni secessioniste in Catalogna avrebbero avuto sul business del Barcellona, specie sul fronte delle sponsorizzazioni. I numeri allontanano prepotentemente tali timori.

Il Barcellona vanta tra i suoi asset un campione come l’argentino Lionel Messi, 30 anni, che nel novembre scorso ha rinnovato il contratto con il club, accettando una clausola monstre di 700 milioni di euro per il caso di rescissione del contratto unilaterale. Un modo per evitare il ripetersi di casi come quello di Neymar, passato al Paris-Saint-Germain nell’estate scorsa, dopo che il club parigino ha pagato ai catalani la clausola rescissoria di 222 milioni, scioccando il mercato.

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Le big del calcio in Europa

Secondo Deloitte, nella stagione 2016/2017, il Barcellona di Lionel Messi avrebbe incassato 648,3 milioni, collocandosi al terzo posto della classifica, dietro a Manchester United (676,3) e Real Madrid (674,6). Nel complesso, la Premier League domina il ranking, piazzando ben 10 tra le prime 20 squadre per ricavi. Agli altri campionati restano le briciole. Oltre alle tre spagnole (c’è anche l’Atletico Madrid con 272,5 milioni), troviamo tre tedesche (Bayern, Borussia Dortmund e Schalke 04), una francese (PSG) e tre italiane (Juventus, Inter e Napoli).

E analizziamo proprio i clubs di casa nostra. I bianconeri si confermano primi della Serie A per ricavi, pari a 405,7 milioni nella scorsa stagione, piazzandosi al decimo posto della classifica Deloitte. Segue a lunga distanza l’Inter con 262,1 milioni, mentre clamorosamente resta fuori dalla top ten il Milan, che non va oltre il 22-esimo posto con 191,7 milioni. Con 200,7 milioni, al 19-esimo posto abbiamo il Napoli, grazie ai 147 milioni incassati dai diritti TV, un balzo del 51% rispetto alla stagione 2015/2016, dovuto alla partecipazione dei partenopei alla Champions League. Di fatto, i soli diritti ammontano adesso a più delle precedenti entrate totali del club.

Ma come si è evoluta la classifica per le prime 20 in 20 anni? La prima squadra ha visto balzare i suoi ricavi nel periodo dai 100 milioni della stagione 1996/1997 ai 676,3 milioni del 2016/2017. Ancora 10 anni fa, i ricavi per la prima classificata non andavano oltre i 350 milioni, risultando da allora praticamente raddoppiati. E la 20-esima? 20 anni fa incassava poco più di 36 milioni, la scorsa stagione poco meno di 200 milioni. A conti fatti, le distanze tra prima e ultima (delle prime 20) non sono variate granché, passando da circa 2,8 a 3,4. Oggi come oggi, quindi, la ventesima squadra per ricavi incassa il doppio di quanto incassasse la prima 20 anni fa.

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La situazione delle italiane

Complessivamente, le prime 20 squadre di calcio europee incassano quasi 7,9 miliardi, di cui 2 miliardi le sole prime 3. Con 868,5 milioni, i tre clubs italiani detengono una quota dell’11%, nettamente inferiore all’oltre 20% delle spagnole, mentre non c’è partita per nessuno con il 48% e passa delle squadre inglesi. Con il 14,6% complessivamente detenuto dalle tedesche, anche la Bundesliga supera la Serie A, almeno con riferimento alle sue squadre più importanti nella classifica del business.

E da dove arrivano gli incassi delle prime 20? Per il 45% dai diritti televisivi, il 38% è di natura commerciale e il 17% dalla vendita dei biglietti allo stadio.

Analizzando nello specifico, scopriamo che la Juve deriva, invece, ben il 58% dei suoi ricavi dai diritti, il 28% dall’area commerciale e solo il 14% dai biglietti. L’Inter per metà dipende dall’area commerciale, il 39% dai diritti e l’11% dai biglietti. Meno equilibrata la situazione del Napoli, che deve il 73% dei suoi ricavi ai diritti, il 17% al commerciale e solo il 10% alla vendita dei biglietti. Nel totale, risulta che le tre italiane dipenderebbero per il 55,7% dai diritti, una percentuale decisamente superiore alla media delle prime 20 e ancora di più delle prime tre, che mediamente si affidano ai diritti per appena un terzo dei loro ricavi annui, mentre per circa il 45% dipendono dall’area commerciale, quella che da noi è davvero poco curata.

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